Il precedente non è di quelli beneauguranti. L’ultima volta che la Roma — avanti 2-0 — si era fatta rimontare in campionato era avvenuto nel febbraio 2011. In quel caso i giallorossi, a Marassi, riuscirono anche a perdere per 4-3 contro il Genoa ed a pagare fu Claudio Ranieri, che si dimise. Altri tempi, ovvio, ma la capacità della Roma di buttarsi via sembra sempre essere dolorosamente viva perché, inutile nasconderlo, anche col Porto la qualificazione era a portata di mano e invece sul più bello la truppa di Spalletti si è sciolta.
DDR E GIANNINI – Quel che è peggio, però, è l’aria da psicodramma che aleggia a Trigoria. Il caso della fascia da capitano tolta a De Rossi è emblematica: la decisione è stata corretta, ma comunicata solo pochi minuti prima della partita ed è parsa caricare l’ambiente di una elettricità che in campo si è vista anche nella gestualità marcata del tecnico. Per trovare un capitano degradato in questa maniera, insomma, nella Roma bisogna tornare a Giuseppe Giannini, che il 16 febbraio 1992 perse la fascia per aver definito Ottavio Bianchi «sleale e scorretto». Se succedesse una cosa del genere adesso, scoppierebbe una guerra atomica. Certo, qualche buona notizia non manca. La migliore è quella che riguarda uno Strootman in costante crescita, a cui il gol ritrovato — gli mancava in campionato dal 18 gennaio 2014 — non può che far crescere l’autostima.
VERMAELEN E PEROTTI – Quella ad esempio che in questo momento manca a Vermaelen. «Dopo aver raddoppiato c’è rammarico per il pareggio. Quasi una sconfitta. Analizzeremo la gara e vedremo cosa non ha funzionato. Il Cagliari ci ha impegnato tutta la gara, ci ha messo in difficoltà sul piano fisico. Pensavamo però che due gol bastassero per vincere. Noi cerchiamo di difendere alti, scendiamo in campo con quella intenzione. Ma a volte in partita si è costretti a arretrare ed è quello che è successo oggi. Abbiamo giocatori in grado di difendere lontano dalla porta, deve essere così». Eppure a livello personale il belga non molla: «Mi sento bene, mi alleno forte. Nel finale ho preso una gomitata ma niente di serio. Sono contento della mia condizione, erano due anni che non mi sentivo così. Devo continuare ad allenarmi per stare sempre meglio». Sottoscrive Perotti, che però ha la faccia triste: «Non stavamo facendo bene il nostro lavoro ma stavamo vincendo. Abbiamo avuto anche la possibilità di chiudere la gara. Il Porto? Deve essere già dimenticato, purtroppo non possiamo fare più nulla. L’unica cosa che possiamo fare è vincere». Quello che a Cagliari non è riuscito.
(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini)
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