Amor amoris, certo. Ma le declinazioni dell’amore sono infinite, più di una va persino nella direzione opposta. Amor rabbia, amor tradimento, amor ironia, amor odio. Amor che prosegue pure con violenza: è un attimo, sai. Basta farsi un giro per la bacheca di Miralem Pjanic su instagram, dove nelle ultime ore – da quando il passaggio alla Juventus è diventato giusto un conto alla rovescia per l’ufficialità – si leggono insulti in ordine sparso nella migliore delle ipotesi, nella peggiore invece ecco spuntare post vergognosi conditi da minacce varie. Sic transit gloria mundi, ma vera gloria in questa città non è mai stata fino in fondo per Pjanic. Almeno non nella testa di tutti, certamente non di quelli che gli tirarono un accendino all’Olimpico, la sera del 19 marzo 2015.

CONTRO MIRE – La città è esplosa, ma guai a sorprendersi. Perché le dinamiche sono sempre le stesse, quasi noiose. Cafu, Emerson, Mancini, Chivu, Candela (caso poi rientrato), Vucinic, Benatia: ordine sparso, elenco pure parziale, giusto un promemoria per iscrivere nell’elenco dei «traditori di Roma» anche Pjanic. Perché conviene raccontare di un tradimento, no? E allora si passa dall’«indegno» al «Giuda», il concetto è simile: se proprio voleva andarsene, poteva quantomeno scegliere un altro club, perché «non ti ricordi quando un anno fa ci rubarono la partita a Torino?».

CONTRO JIM – Lo ricorderà sicuro. E forse questo giorno lo ricorderà pure James Pallotta: il 9 giugno 2016 va messo vicino al post 26 maggio 2013 come il punto più basso nell’indice di popolarità del presidente statunitense. «Ma quando vendiamo Pallotta?», è stato uno dei commenti su twitter. Neppure quello più ficcante, perché a rileggere la storia, tenendo a mente quanto questa proprietà Usa ha voluto distanziarsi dalla precedente, forse il «Pallotta bla bla bla» – che fa il verso allo storico «Franco Sensi bla bla bla» – è il post che fa più male. Il punto è che le parole hanno un valore: alto o basso scegliete voi, mai pari allo zero. E allora quel presidente che non ne può più dei cronisti e così comincia a rispondere a vanvera pur di toglierseli di torno, è lo stesso a cui ieri venivano rinfacciate le parole di due mesi fa, ai microfoni della radio della società: «Sono stufo delle voci sulla cessione di Pjanic». Voci uguale Juventus, l’addio porta rancore. E allora forse meglio chi sceglie la strada dell’ironia. Su twitter circola una foto di Totti che stringendo la mano a Pallotta consiglia una cessione: «Venni er bosniaco». Il fotogramma seguente è Totti che si dispera: «Ma non parlavo de Pjanic…». Ecco.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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