Radja Nainggolan

(Il Messaggero – A. Angeloni) Qualche lacrima, dopo l’errore grossolano e i due gol. La ripartenza è verso casa, Cagliari. Nainggolan non deve fermarsi ora, serve un altro scatto per poter assaporare ancora le emozioni che una notte di Champions League sa dare. Servono sei punti alla Roma per riprovarci, contro Cagliari, Juventus e Sassuolo. Servono uomini, adesso. Come quelli dell’altra sera, anche con i loro errori. Serve il migliore Nainggolan che, con Dzeko, Manolas, El Shaarawy, è tra i più in forma. Radja viene dal grande paradosso di Roma-Liverpool: un errore e poi due gol futili. Uno su rigore, il primo che calcia con la maglia della Roma. Due reti che ti spezzano le gambe, perché prima c’è quell’errore (Radja è comunque nella top 11 Uefa nel post semifinali). Che pesa. Ecco il paradosso. Un eroe sconfitto. «Orgoglioso di far parte di questa squadra, mi spiace per l’errore che ha pesato molto sul risultato finale. Si va avanti», queste le parole di Radja a fine match. E’ stata la sera nella quale sono germogliati i soliti dubbi: ma Nainggolan è veramente l’uomo giusto per giocare ad alti livelli? Questo suo essere altalenante, quanto fa bene alla Roma? Due anni fa, sempre gli stessi che pongono queste domande, lo avevano paragonato – come valore economico almeno – a Pogba. Ora lo scaricano. Radja intanto è un fedelissimo ai colori e alla maglia, uno che mostra la sua faccia reale, con i suoi difetti. A distanza di mesi ancora si parla di quel video di capodanno, nel quale – non c’è dubbio ma lo sa anche lui – aveva mostrato il volto negativo. Ha scelto la Roma, pur sapendo di vincere poco o quantomeno di avere meno possibilità degli altri di farlo, che hanno preso altre strade, come sostiene lui «quelle che portano al facile successo». Solo per questo andrebbe rispettato, ma qui si tende sempre a puntare il dito, a trovare il colpevole.Ma non ce n’è bisogno: l’ha già fatto lui, prendendosi la responsabilità per la mancata rimonta sul Liverpool.

RICOMINCIAMO – Ma ora basta, si ricomincia, non si può più pensare a ciò che non è stato. A Cagliari tocca ancora a Nainggolan, perché là in mezzo serve gente che sappia combattere: Strootman è ancora mezzo e mezzo, De Rossi va valutato perché un po’ stanco per le tre partite consecutive giocate, Pellegrini c’è e va assistito, la sera di Roma-Liverpool, anche se vissuta così e così, gli sarà servita per fare esperienza. Nainggolan non può riposare e con il Cagliari per lui è sempre una sfida particolare. All’andata l’ha giocata da diffidato, quindi doppio condizionamento. Stavolta il condizionamento è solo emotivo: Cagliari è casa sua.

CALENDARIO – Il calendario gli ha messo vicino Cagliari e Juve, l’acqua santa e il diavolo. L’amore e la ragione. Roma-Cagliari è stata la partita della polemica, del gol sul gong di Fazio, quel mani non mani. Il Cagliari, che lotta per non retrocedere e che viene da una serie di pessimi risultati (e prestazioni), farà la solita partita accanita, bisogna che la Roma lo sappia. E Nainggolan dovrà stare lì, professionale, pensando di dare il colpo di grazia a chi lo ha cresciuto. Senza pietà, come quelli che, senza pietà, lo accusano di non essere all’altezza della Roma. Ci sono tre partite per dimostrare di essere un giocatore vero. Dimostrare che la Roma non è una scelta di comodo ma un sentimento che si sposa. Poi, le chiacchiere finiranno in mare.



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