Stadio della Roma

NOTIZIE STADIO AS ROMA – Dopo cinque ore di discussione, il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, mette ai voti tutti gli atti presentati. In batteria. E, si scopre, sono tutti dell’opposizione. Tutti. Nemmeno uno è della maggioranza che governa il Campidoglio, anche se a chiedere il Consiglio comunale straordinario sul progetto era stata la sindaca Virginia Raggi.

La quale parla a lungo, a braccio, striglia i suoi, fa capire che la linea ormai è quella: lo stadio si fa, come da hashtag propagandato a ripetizione in queste settimane difficili. Nonostante i pentastellati si siano opposti a Tor di Valle fino al 2016 e a sentire il dibattito di ieri sembrava di vedere a parti inverse le discussioni del 2014 e del 2015: il Pd prima favorevole ora contrario, i grillini (chi parla in Aula, almeno) che attaccavano la «speculazione edilizia» e ora provano a mandare avanti l’operazione calcistico-immobiliare.

Nonostante gli arresti di giugno per tangenti, che hanno rinfocolato gli scettici. Difatti, a votazione conclusa, il consigliere Pietro Calabrese, fedelissimo di Raggi, si lascia sfuggire: “Per carità, se dalla magistratura emergesse ancora qualcosa vedremo…”. Al momento della votazione – sugli ordini del giorno di minoranza – erano assenti otto grillini, tra cui Gemma Guerrini e Monica Montella, tra le più critiche sul progetto sognato da Pallotta.

Alla fine in Aula i grillini raccolgono 20 voti al massimo. Bastano a cassare i documenti presentati dall’opposizione (dal capogruppo dem Giulio Pelonzi a Fassina, dalla civica Celli all’ex dissidente grillina Cristina Grancio), ma non a dare l’idea di una maggioranza granitica, anzi. Raggi, per tenere unita la pattuglia M5S, ieri ha parlato anche dei limiti di un progetto controverso. “Non è stato scelto da questa maggioranza, lo abbiamo trovato e migliorato, abbiamo eliminato tutta la parte della speculazione edilizia”, sostiene. E ancora: “Quest’opera se ben condotta andrà a migliorare un quadrante abbandonato”. Ma potrebbe non bastare. In Comune e soprattutto nei territori, tra la base 5S e i due municipi che dovranno dare un parere sull’operazione.

(Il Messaggero – L. De Cicco / S. Piras)



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