ULTIME NOTIZIE STADIO DELLA ROMA RAGGI – La sindaca di Roma Virginia Raggi ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Tanti i temi trattati, dalla questione stadi nella capitale ai primi contatti con i Friedkin. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Gli stadi sono il punto dolente della città: rispetto ai nuovi stadi di Roma e Lazio ha qualche rimpianto e c’è qualcosa che può immaginare nel futuro qualora dovesse essere confermata sindaca?
Intanto la consiliatura non è chiusa. Come ripeto spesso, non è finita finché è finita. Abbiamo dovuto prendere atto di una situazione che ormai rendeva impossibile costruire lo stadio della Roma lì dove era stato progettato. Ma siamo assolutamente disponibili a sederci al tavolo e parlare con la Roma di altre soluzioni. Martedì il presidente della Lazio ha fatto un riferimento molto interessante in merito alla possibilità di riqualificare il Flaminio.
Lei ha incontrato i Friedkin: quali impressioni le hanno fatto?
Sono stati molto netti nel dire che volevano fare uno stadio. Punto: uno stadio. Solo uno stadio. Credo che sia un dovere intercettare la vocazione sportiva di una città rappresentata da due tifoserie molto calorose.
Un imprenditore che si impegna a costruire uno stadio cerca anche profitti paralleli. Cosa spaventa le istituzioni?
Lo stadio non genera paure. Il progetto iniziale della Roma prevedeva un milione di metri cubi di sviluppo con un 14% dedicato allo stadio, che avrebbe comportato una variante urbanistica importante. Ci era stato spiegato che lo sviluppo immobiliare era strettamente legato alla sostenibilità del progetto. Noi ci siamo seduti con la Roma e con Eurnova per valutare la parola “strettamente” e rivisitarne i confini. Uno sviluppo immobiliare non deve creare paure, perché può riqualificare delle aree. Ma deve essere compatibile con i vincoli culturali, archeologici e paesaggistici. Se poi le cose sono regolari, si fanno e si sviluppano. Uno sviluppo urbanistico è auspicabile, ma deve essere accompagnato dalle infrastrutture, altrimenti avremmo quartieri costruiti nel deserto dove poi bisogna spendere tantissimo per portare strade, servizi, acqua. Dobbiamo gestire la nostra città e non tagliare le occasioni di sviluppo. Serve una gestione ordinata e pensata.
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