Claudio Ranieri, Paulo Dybala

AS ROMA NEWS RANIERI ALLENATORE – Duemila giorni dopo, rieccolo. Sembra ieri, ma riavvolgendo il nastro ci si rende conto che proprio ieri non è. Perché in quel Roma-Parma, datato 26 maggio 2019, sia Ranieri che De Rossi salutavano il mondo giallorosso. Non un addio ma un semplice arrivederci, visto che Daniele cinque anni dopo è tornato come allenatore, per poi essere allontanato un paio di mesi fa, scrive Il Messaggero.

E ora, stranezze della vita, ritocca a lui, a Sir Claudio, per la terza volta: «L’AS Roma è lieta di annunciare che Claudio Ranieri è il nuovo responsabile tecnico della prima squadra. Al termine della stagione assumerà un ruolo dirigenziale senior: sarà consulente della proprietà per tutte le questioni sportive del club. La ricerca del nuovo allenatore continuerà nei prossimi mesi e Claudio avrà voce in capitolo anche in questa decisione». Allenatore prima e dirigente poi. Adesso è anche ufficiale. Come lo staff che lo accompagnerà in questa nuova avventura: i collaboratori tecnici, Paolo Benetti e Sergio Spalla, più i preparatori fisici Carlo Spignoli e Massimo Catalano.

Tocca al Mr. Wolf giallorosso rimettere insieme i cocci di quello che rimane della Roma. Ieri, dopo i convenevoli con Dybala (abbracciato calorosamente) e compagni, vederlo in campo con il cappotto dare indicazioni a Ghisolfi e con sguardo severo dirigere il primo allenamento, ha fatto un certo effetto. Della serie: gli alibi sono finiti. Non sarà semplice rispetto al passato. Non che prima lo fosse ma stavolta Ranieri è consapevole di avere meno punti di riferimento.

Nella sua prima esperienza in giallorosso, dopo l’addio di Spalletti, c’erano Juan, Mexes, Pizarro, Totti, De Rossi, Riise, Vucinic, Perrotta, Doni, Burdisso e Toni. Nella seconda, tra gli altri, Strootman, Dzeko, Kolarov, De Rossi, Manolas, Perotti e all’epoca i giovanissimi Pellegrini e Cristante. Non è soltanto una questione di qualità ma di personalità. Quella che in questo gruppo di “bravi ragazzi” (considerazione che avevano sia DDR che Juric dello spogliatoio attuale) a volte difetta. Non bisogna farsi ingannare dal litigio in campo tra Bryan e Daniele in allenamento o dal confronto molto acceso nel post-Firenze tra Mancini e Juric.

Personalità non vuol dire alzare la voce, litigare, ma prendersi delle responsabilità in campo. Non nascondersi o tirarsi fuori al primo fastidio. E questo nell’ultimo periodo è accaduto spesso. Sarà quindi questa la prima sfida di Ranieri: regalare serenità alla squadra e permetterle di esprimersi meglio in campo. Senza paure.

Oggi la Roma è piena di equivoci che vanno risolti. Nell’ordine: Dybala (impiego e utilizzo con la clausola di rinnovo sullo sfondo); Pellegrini, Mancini, Cristante e Paredes (rei, secondo parte dei tifosi, di rappresentare la Roma dei sesti posti e di decidere le sorti dell’allenatore di turno, quando per De Rossi ad esempio lo hanno appreso alla radio, mentre si recavano a Trigoria in auto); Hummels (è un calciatore che ormai ha dato il meglio, come riteneva Juric, oppure può essere utile alla causa?). Sono queste le prime problematiche da risolvere. Perché la Roma si risolleverà se questi calciatori, che rappresentano l’asse portante della squadra e dello spogliatoio, torneranno a giocare a pallone ai loro livelli.



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