AS ROMA NEWS LEICESTER RANIERI – Roma-Leicester è la partita di Claudio Ranieri, la partita di una vita e di un successo planetario che sbalordì il mondo. È il cuore e la professione. È il sentimento e la ragione. Roma e la Roma marciano insieme nella biografia dell’allenatore di San Saba, 70 anni e mezzo secolo di calcio da professionista, scrive Il Messaggero.
Il Leicester è stato l’attimo fuggente, capitato quasi per sbaglio, ma poi afferrato con mano sicura, fino a realizzare un’impresa leggendaria, il titolo inglese vinto da una provinciale delle Midlands, mettendo in riga tutti gli squadroni della Premier.
La Roma è una compagna di vita e se uno chiedesse a Ranieri quale sia il suo umore in questa doppia sfida della semifinale di Conference League, risponderà: «Io tifo Roma». Due esperienze in panchina e uno scudetto sfiorato nel 2010, dopo una splendida rimonta, franata in una sconfitta all’Olimpico contro la Sampdoria. Quella Roma, ereditata da Spalletti, finì seconda dietro all’Inter del Treble, giustiziera dei giallorossi anche nella finale di Coppa Italia. Ranieri vide dissolversi il sogno di una vita sul più bello, dopo aver battuto l’Inter all’Olimpico grazie a un gol di Luca Toni.
Sei anni dopo quell’enorme delusione e il malinconico addio nella primavera 2011, Ranieri trionfò in Inghilterra con il Leicester. Si tolse la soddisfazione di andare a vincere 3-1 in casa del Manchester City e di superare in casa 2-0 il Liverpool con una straordinaria doppietta di Jamie Vardy, di battere 2-1 i campioni in carica del Chelsea guidati da José Mourinho esonerato dopo il ko con le Foxes e di sbancare 1-0 il campo del Tottenham con una capocciata del tedesco Huth, fino alla conquista matematica del titolo, il 2 maggio, con l’apoteosi della festa sabato 7, con Bocelli sul prato del King Power a cantare Nessun dorma, di fronte a un migliaio di tifosi provenienti da tutti gli angoli d’Italia.
Ranieri lasciò il Leicester nel febbraio 2017, esonerato tra le polemiche e l’ombra di una rivolta di una parte dello spogliatoio contro di lui. Nel 2019, fu chiamato al capezzale di una Roma in crisi: non andò benissimo, ma le lacrime di Claudio sotto la pioggia, acclamato dai tifosi giallorossi, sono scolpite nei ricordi. Il Leicester è oggi nelle mani dell’allenatore nordirlandese Brendan Rodgers, un altro dei coach cresciuti sotto l’ala di José Mourinho.
Per due stagioni di fila, le Foxes hanno sfiorato la qualificazione in Champions. L’estate scorsa, due trofei: la prima FA Cup e la Supercoppa d’Inghilterra. L’annata in corso è deludente in campionato nono posto -, ma la semifinale di Conference ha segnato un nuovo record: è la prima, in Europa, del club delle Midlands. «Per noi è un onore andare a giocare a Roma, contro un club di questo prestigio», le parole di Rodgers dopo il 2-1 decisivo in casa del Psv.
Del Leicester di Ranieri sono sopravvissuti Jamie Vardy in forse contro la Roma per un infortunio al ginocchio -, il portiere Kasper Schmeichel secondo i rumors di allora uno dei congiurati anti-Claudio -, Albrighton, Amartey, Ndidi. Ranieri è stato avvistato in città il 4 aprile scorso, alla cerimonia in cui è stata svelata la statua dedicata all’ex presidente, Vichai, scomparso nella sciagura della caduta dell’elicottero, il 27 ottobre 2018: l’incidente avvenne nel parcheggio di fronte allo stadio. «Leicester è un posto speciale, ho ottenuto il più importante successo della mia carriera». Ma la Roma è la Roma per Ranieri: forse si discute, sicuramente si ama.
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