NOTIZIE STADIO AS ROMA – La resa dei conti su Tor di Valle stavolta sembra davvero arrivata. Dopo sette anni di incertezze attorno a un progetto Stadio tra accuse di tangenti e falle progettuali, il Campidoglio è pronto a consegnare la sua bozza di convenzione urbanistica ai privati. I quali, dovranno decidere se firmarla oppure no. In caso di rifiuto, potrebbe prendere corpo la minaccia di una causa al Comune.
L’amministrazione capitolina, in ogni caso, ha deciso: dalle carte dell’ipotetico accordo non sarà depennata la parola chiave dello scontro con Pallotta e soci, ovvero quella della contestualità. Significa che per il primo incontro nel nuovo stadio, dovranno essere pronte e collaudate tutte le opere pubbliche promesse. Dall’unificazione dell’Ostiense-Via del Mare agli svincoli alla ferrovia Roma-Lido, che dovrebbe garantire un treno ogni 3 minuti e mezzo.
E’ proprio la parola contestualità che ai proponenti piace veramente poco. Perfino loro, evidentemente, non sono sicuri che tutte le opere saranno davvero pronte per l’apertura delle tribune in occasione del match d’esordio. Il motivo dell’incertezza, come trapela dalle riunioni in Comune, è che parte degli interventi sarà realizzato (e finanziato) dal lato pubblico.
A cominciare proprio dal rilancio della Roma-Lido, che oggi è una delle tratte più in difficoltà d’Italia, secondo le classifiche di Pendolaria. A inizio agosto, la Regione Lazio alla società di James Pallotta che segue il progetto stadio, ha però ribadito che non può essere aggirata la contestualità tra l’apertura dell’impianto e le infrastrutture fondamentali per limitare gli ingorghi. L’obiettivo è quello del potenziamento della ferrovia urbana, con la possibilità di “16 treni l’ora”. Non si scappa.
Un assist per il Campidoglio. Ecco perché dopo mesi di trattative in un clima rovente, il Dipartimento dell’Urbanista ha praticamente chiuso la sua istruttoria. Tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima, la bozza di convenzione sarà messa nero su bianco e inviata via pec ai privati. Spetterà a loro decidere se andare avanti alle condizioni del Comune oppure fare marcia indietro.
(Il Messaggero)
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