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Rassegna stampa

Reti, strategie e tanto spettacolo: è rivoluzione Roma con il Fonseca 2.0

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA FONSECA – C’è aria diversa lassù, in quota, dove sognano i draghi e volano le ambizioni. A quelle altezze – a prescindere dal punto di Verona – si è ormai insediata anche la Roma. La saggezza popolare racconta come le sconfitte siano orfane, mentre le vittorie abbiano molti padri, riferisce la Gazzetta dello Sport.

Nell’attuale genealogia giallorossa, però, ci sentiremmo d’inserire almeno tre radici: 1) nonostante le sofferenze di bilancio, la permanenza dei giocatori più importanti e l’arrivo a zero di talenti come Pedro e Mkhitaryan 2) la presenza costante della famiglia Friedkin a Trigoria e negli stadi di tutta Italia; 3) la crescita di Paulo Fonseca che, al suo secondo anno di Serie A e con una presidenza presente, sta facendo lievitare il rendimento della squadra.

Proprio su questo punto vorremmo focalizzarci, visto che la Roma balla tra il 2° e il 3° posto (deciderà la giustizia sportiva) e in stagione ha segnato finora 23 gol in 9 partite, cominciando a quadrare anche la difesa, che ha subito una sola rete nelle ultime 4 gare. Insomma, che la solidità cresca, in fondo, lo dimostra anche la Borsa, visto che ieri il titolo giallorosso, dopo una sospensione, è schizzato in alto del 49,8%. Speculazione, certo, ma anche fiducia di prospettiva.

In ogni caso, in vetrina c’è l’allenatore portoghese, che ha sta portando il gruppo a livelli forse insperati. Almeno sotto 5 aspetti i progressi di Fonseca paiono evidenti. Cominciamo dalla gestione dei senatori. Quest’anno è assai complicata, visto l’età di Dzeko (34 anni), Pedro (33), Mkhitaryan (31) e Smalling (31 anni fra 12 giorni).

Ebbene, nonostante l’importanza che rivestono, Fonseca gestisce il turnover con coraggio, raggiungendo il doppio obiettivo di non spremerli e, nel contempo, di valorizzare gli altri. E qui si va al secondo aspetto: i giovani. Quest’anno c’è ancora più fiducia in baby come Villar, Kumbulla, Ibanez o Pedro, senza contare la folta colonia di Primavera spesso convocata e che ha avuto nell’esordio di Milanese un fiore all’occhiello. Inoltre anche l’approccio tattico è cambiato. E non solo nell’elasticità mostrata dal passaggio dalla difesa a quattro a quella a tre, ma anche per gli aggiustamenti in corsa.

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Due esempi: l’affiancamento in attacco, nella partita di Coppa, di Mkhitaryan a Mayoral, che ha dato un punto di riferimento allo spagnolo; la sostituzione di quest’ultimo a Genova, con la scelta di puntare sull’armeno come falso nove. Non basta. Anche lo staff del portoghese, fino a poco tempo fa discusso, sembra lievitare, e forse lo dimostra anche lo studio sui calci da fermo, che consente alla Roma di svettare in questa classifica (6 gol). Infine, anche dal punto di vista comunicazionale il tecnico appare più chiaro, più deciso, a volte anche facendo persino irrigidire i vertici. Ma a questo Fonseca 2.0 vale la pena di dare fiducia.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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