ULTIME NOTIZIE AS ROMA DZEKO – Impressioni? Forse è il caso di non fidarsi troppo delle sintesi. Se i veri highlights dell’amichevole di ieri contro la Ternana fossero solo quelli mostrati dal club (la partita è stata disputata a porte chiuse), capiremmo perché José Mourinho sia in pressing con la dirigenza per avere i “regali” richiesti da settimane, scrive La Gazzetta dello Sport.
La Roma, infatti, non è parsa super e la soddisfazione finale di Cristiano Lucarelli, tecnico degli umbri neo promossi in Serie B, lo dimostra: «Siamo venuti a fare la partita e abbiamo creato delle occasioni contro un avversario più forte di noi, andando al di là delle nostre più rosee aspettative. Vado via soddisfatto». Morale: il 2-0 finale (gol di Carles Perez nel primo tempo e Kumbulla nella ripresa) probabilmente resterà nella memoria per un solo fatto, ma di sicuro non banale: il ritorno della fascia da capitano sul braccio di Edin Dzeko a 184 giorni dall’ultima volta.
Era il 15 gennaio e la squadra giallorossa perdeva malinconicamente il derby contro la Lazio. Pochi giorni più tardi, il fattaccio. Ovvero la sconfitta in Coppa Italia contro lo Spezia e la lite con Paulo Fonseca, che fece precipitare il rapporto tra i due, con la società che si schierò con l’allenatore, deciso a degradare il centravanti bosniaco.
Da portoghese a portoghese, insomma, la musica è cambiata. Per questo lo stesso Lucarelli – da ex attaccante di razza – ha subito capito come con l’ingresso di Dzeko nel secondo tempo, l’orchestra giallorossa si sia messa a suonare davvero. Difficile però sorprendersi, e non solo perché parliamo del terzo cannoniere della storia giallorossa, grazie ai suoi 119 gol in 259 partite che lo mettono alle spalle solo di Francesco Totti (307 reti 786 match) e Roberto Pruzzo (138 gol in 314 partite).
La statura tecnico-tattica del centravanti bosniaco, infatti, è così grande che un uomo di calcio come Mourinho gli ha già fatto capire quanto lo consideri importante. La restituzione della fascia da capitano, in fondo, sta a significare questo, anche se Lorenzo Pellegrini, da romano e romanista, quando tornerà a disposizione sarà per il momento il “titolare” del ruolo. E senza screzi, anche perché è fra i migliori amici di Edin ed è stato anche fra quelli che più si sono battuti, nella scorsa stagione per ricucire lo strappo fra Dzeko e Fonseca.
Tutto questo, però, non sta a significare che Dzeko resterà di sicuro in giallorosso. L’attaccante ha 35 anni, un contratto fino al 2022 e uno stipendio da 7,5 milioni netti, di cui la Roma si sgraverebbe volentieri. La dirigenza, però, sa bene due cose. La prima è che non è facile trovare un attaccante migliore del bosniaco (più prolifico sì, più capace di giocare con i compagni è dura); la seconda è che – qualora la proprietà accettasse di dare la lista gratuita al giocatore (e l’ipotesi è stata ventilata) – il giocatore non avrebbe problemi a trovare una squadra di prima fascia che lo ingaggi.
Le stesse Juventus e Inter infatti, se decidessero di procedere a cessioni eccellenti in attacco, proverebbero di sicuro subito a materializzare il loro antico sogno. Proprio per questo la società giallorossa ha già posto il veto a una cessione gratuita. Chi volesse il giocatore dovrebbe pagarlo, naturalmente accollandosi l’alto ingaggio.
L’età avanzata e il calcio al tempo della pandemia, però, frenano investimenti onerosi, soprattutto nei Paesi vetrina del calcio, anche perché (nonostante qualche sondaggio turco), il bosniaco non accetterebbe di andare in posti di scarso gradimento. E visto che Dzeko, al momento, sembra non trovare niente al mondo di meglio di Roma, probabile che il matrimonio continui. Senza che Mourinho faccia drammi. Anzi.
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