AS ROMA NEWS SALERNITANA – Questa è la Roma di Josè Mourinho: prendere o lasciare. Raramente brillerà nel gioco, ma come carattere poche squadre possono insegnarle qualcosa. Il 2-1 sulla Salernitana, santificato dalle reti di Radovanovic, Perez e Smalling, è il manifesto di questo gruppo, che in 208 secondi ribalta il match al tramonto blindando il 5° posto, scrive La Gazzetta dello Sport.
Merito di una classe operaia andata in paradiso e di un utilizzo dei «piazzati» da manuale, visto che la rete del vantaggio arriva per la ventiduesima volta su sviluppo di calcio da fermo. Il caso, ormai, non c’entra nulla. Per anabolizzare la festa, poi, basta ricordare il ritorno in panchina di Spinazzola in giallorosso, dopo 350 giorni.
Un giorno non banale, come il comune ricordo di Di Bartolomei davanti a 64 mila tifosi bollenti, granata compresi. Bollenti come le accuse del d.s. Walter Sabatini alla panchina della Roma («comportamenti ignobili per condizionare l’arbitro») e sulla punizione da cui è nata la rete del vantaggio («non c’era»). E non sono bastate le pubbliche scuse di Mou per chiudere il caso.
In avvio Mourinho sceglie di puntare su Felix al posto di Zaniolo, alzando spesso a turno Kumbulla e Ibanez per dare sbocchi alla manovra ben orchestrata da Oliveira, con Cristante a supporto e Mkhitaryan in rifinitura per Abraham e lo stesso Felix, che provano a giovarsi delle cavalcate di Karsdorp ed El Shaarawy.
Come gioco, a dire il vero, si vede poco, tanto che Sepe deve intervenire con facilità solo su tiri da fuori di Mkhitaryan e Oliveira, ma proprio questa sterilità negli sbocchi innervosisce i padroni di casa. Merito anche di una buona Salernitana, che utilizzando un 3-5-2 molto duttile – che diventa 4-4-2 nelle salite grazie al lavoro sui fianchi di Mazzocchi e Obi – non fa solo barricate. E se Ederson al 12’ impegna Rui Patricio in un bell’intervento, è al 22’ che la gara ha la svolta.
Merito di una gran punizione di Radovanovic, che sfrutta l’incongrua sfaldatura della barriera per battere Rui Patricio. Nota: il serbo non segnava in campionato dal 5 gennaio 2018. Quattro anni di digiuno finiti. Il mediano, schierato al centro della difesa, per l’assenza di Fazio, guida una difesa che entra nel mirino del Var: al 34’ per una richiesta di rigore (fallo di Obi su Mkhitaryan) e al 41’ per un rigore dato e tolto perché fuori area (fallo di Gyomber su Felix). Mourinho furioso e polemiche, anche se già Nicola al 15’ aveva richiesto un rigore per un presunto fallo di Ibanez su Djuric.
Nella ripresa Mou chiede aiuto alla panchina, passando prima al 4-2-3-1 e poi, nel finale, al 4-3-3, rischiando molto per le praterie che lascia alle spalle dei difensori. Il più incisivo a inizio di tempo è l’atteso Zaniolo, che sfiorerà il gol tre volte, ma anche Felix e Shomurodov ci andranno vicino parecchio. In definitiva, comunque, è la qualità dei cambi a fare la differenza, visto che al 28’ il neo entrato Kastanos ha sul piede la palla dello 0-2, ma si fa parare il tiro da un grande intervento di Rui Patricio. Gli dei del calcio, si sa, non amano gli sprechi e così arrivano i 208 secondi decisivi.
Quelli che servono prima al subentrato Perez per imbucare l’angolino con un bel sinistro e poi a Smalling per deviare sotto misura la punizione (contestata) dell’altro nuovo ingresso, Veretout. Quanto basta per far scorrere i titoli di coda, nonostante nei minuti finali Zaniolo provi ad allargare la forbice ed Ederson tenti l’aggancio, con una conclusione che si perde alta. Troppo tardi per tutto. Postilla finale sulla Roma: la stanchezza di Coppa si è fatta sentire, ma l’impressione è che per non correre rischi contro il Bodo, in Coppa, bisognerà fare di più. In Conference, stavolta, sarà vietato sbagliare.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA