AS ROMA NEWS EMPOLI MOURINHO – Dopo i due passi falsi contro Udinese e Ludogorets José Mourinho ha deciso di usare con i suoi ragazzi più la carota che il bastone. Perché si è reso conto che la squadra era un po’ scarica emotivamente, che ha faticato nelle reazioni e negli slanci di personalità. Insomma, che abbia difettato un po’ nel carattere, faticando a reagire alle avversità.
Come riferisce La Gazzetta dello Sport, allora José ha cercato di medicare le ferite, dando fondo al suo lato psicologico. A Udine a fine partita è andato a consolare ad uno a uno i suoi, in Bulgaria non ha mai affondato il colpo. E in quei pochi allenamenti svolti in settimana ha parlato alla squadra, rassicurandola, per convincerla che le due sconfitte sono state più frutto della sfortuna che altro. “Sembra che tutto giri contro di noi”, aveva detto a Razgrad.
Ed in questa opera di ricostruzione mentale si è avvalso dei giocatori di cui si fida di più nello spogliatoio: Pellegrini su tutti (“Non dobbiamo perdere l’entusiasmo”), ma anche gli altri due vice-capitani: Mancini e Cristante. Tutti e tre con il compito di tenere alto il morale e di disseminare messaggi positivi.
Chiaramente questo è un momento in cui la Roma fatica tanto anche e soprattutto per le assenze. Pure ad Empoli, stasera, i giallorossi scenderanno in campo senza poter contare su sei pedine dell’organico. Tante, anche se poi Mou può sorridere anche per i rientri, in particolare quelli di Abraham e Zaniolo, due dei Fab Four, che gli sono mancati nelle ultime sfide. Abraham ha saltato solo quella in casa del Ludogorets, Zaniolo pure le due trasferte in casa di Juventus e Udinese e la sfida casalinga contro il Monza.
Stasera Mou li riavrà entrambi a disposizione, anche se poi il centravanti inglese andrà in campo dal via, mentre l’attaccante azzurro partirà dalla panchina e forse ci resterà per tutto il corso della sfida. “Ci manca molto Zaniolo”, aveva detto Mou subito dopo il Razgrad. Rischiarlo a Empoli è prematuro, possibile che Nicolò torni tra l’Helsinki e l’Atalanta. Intanto, però, Mou spera di ritrovare il miglior Abraham, quello che lo scorso anno gli ha regalato ben 27 gioie personali. Finora non si è ancora mai visto, Mou aspetta che batta un colpo.
La Roma finora ha faticato soprattutto a centrocampo, dove si trova spesso in inferiorità numerica e dove gli avversari vanno a creare maggiore densità per creare difficoltà ai giallorossi. I due mediani devono coprire tanto campo in ampiezza e dedicarsi ai rientri, perché poi i tre davanti aiutano poco. Ed allora alla lunga vanno in affanno, soprattutto nell’ultima mezzora di gioco. In più Matic e Cristante sono troppo simili (come ammesso anche da Mou, dopo un paio di tentativi di negare l’evidenza) per passo e dinamismo.
Lì in mezzo serve uno che strappi, che sappia andare ed accompagnare, cambiando anche ritmo. L’ideale era ovviamente Wijnaldum, ma fino a gennaio non se ne parlerà. Ed allora sembra davvero scoccata l’ora di Camara, che a Udine e in Bulgaria è entrato bene, mettendoci energia, corsa e forza fisica. Dovesse far bene a Empoli è facile che il guineano possa diventare subito titolare.
Mourinho con la squadra è stato chiaro: da qui alla sosta vuole tre vittorie, per chiudere questa prima fase in una posizione nobile in campionato e rimettere subito a posto le cose in Europa League. Vincendo a Empoli la Roma si ritroverebbe ad un solo punto dal terzetto di testa (Napoli, Atalanta e Milan) per poi andarsi a giocare lo scontro diretto proprio contro i bergamaschi all’Olimpico, domenica prossima.
Battere l’Helsinki vorrebbe invece dire mettere da parte lo scivolone con il Ludogorets e prepararsi al meglio alla doppia sfida contro il Betis Siviglia, il competitor diretto per la vittoria del girone europeo. Per riuscire nel trittico, però, Mou ha anche bisogno di chiedere gli straordinari ad alcuni giocatori. Su tutti Chris Smalling, l’anima della difesa giallorossa, l’uomo senza il quale dietro sembra sempre che la Roma possa capitolare da un momento all’altro. Con lui, però, probabilmente non riposeranno mai neanche Mancini e Ibañez, gli altri due centrali. Anche perché in questo momento storico di alternative nel ruolo Mourinho non ne ha neanche una.
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