Il cuore di Mourinho è uno spazio accogliente ma scomodo, dove si entra attraverso una porta girevole per la quale è meglio non fidarsi della serratura. Vi si accede con una dedizione totale, vi si esce per trascuratezza evidente, scrive La Gazzetta dello Sport. Ad esempio, alcuni dal crollo di Bodo non si sono più ripresi e sono dovuti andare a cercare fortuna altrove, Kumbulla invece no.

Lui ce l’ha fatta e, in qualche modo, potrebbe fare da Virgilio in quel viaggio in purgatorio che aspetta tre giocatori che parevano avere le stimmate dei protagonisti nella Roma. Parliamo di Sergio Oliveira, Ainsley Maitland-Niles e Matías Viña, che adesso attendono la sfida contro il Vitesse come l’occasione giusta per riconquistare appieno la fiducia dell’allenatore.

La sorpresa più grande, probabilmente, arriva da Oliveira. Raramente un calciatore arrivato a gennaio è parso così bene inserito negli schemi di una squadra, a cui ha donato subito due gol in altrettante partite di campionato. Poi però c’è stato un appannamento imprevisto, unito anche a dei problemi fisici, che prima hanno portato Mourinho a sostituirlo quasi sempre, e poi a lasciarlo fuori nel delicato match contro l’Atalanta.

La sensazione è che il centrocampista lavori meglio in una mediana che abbia al suo fianco dei corridori, perché il suo tipo di gioco ad “andamento lento” può non fornire allo Special One tutte le garanzie che gli occorrono. C’è da dire che all’inizio si era adattato anche lui nel ruolo di regista – che a Mou manca dall’estate – però adesso, con la “promozione” sul campo di Mkhitaryan, Oliveira potrebbe tornare già giovedì sulle più accoglienti zolle della trequarti per far lievitare il proprio rendimento. Anche perché a luglio la Roma deve riscattarlo.

La cosa al momento non sembra in discussione (fa anche parte della scuderia Mendes, proprio come il tecnico), ma nell’economia del club, infatti, i circa 12 milioni che costerà, sono una cifra non banale. Discorso diverso quello legato a Maitland-Niles. La cessione di Calafiori, il ritardo del recupero di Spinazzola e la capacità dell’ex Arsenal di giocare su entrambe le fasce sembrava assicurargli un posto fisso nelle rotazioni.

Invece nel ruolo in cui si esprime meglio, quello di terzino destro, si è capito subito che per Mou il titolare è senz’altro Karsdorp, mentre a sinistra l’inglese non ha convinto, soprattutto (ma non solo) in fase difensiva. Così, dopo le prime due partite, il suo minutaggio è andato sempre più a calare, fino a non vedere neppure il campo contro Spezia e Atalanta. Morale: visto che al momento è solo in prestito, il riscatto dall’Arsenal al momento appare una chimera. Non è un caso che radio mercato stia tornando a parlare di Dalot del Manchester United.

Anche riguardo a Viña la sorpresa non è piccola. Il terzino è stato acquistato in estate per 13 milioni neppure rateizzati, avendo il compito di non far troppo rimpiangere Spinazzola. E visto che Calafiori non gli ha mai fatto davvero ombra, l’uruguaiano sembrava essere uno dei pochi che fosse un titolare inamovibile. Non è un caso che Mourinho lo avesse confermato anche in un paio di match delicati, nonostante fosse appena tornato dai viaggi transoceanici per via della nazionale.

Invece nelle ultime 6 partite Viña è andato in panchina 4 volte, in due casi senza neppure entrare, mentre in uno dei match in cui è partito dall’inizio, è andato sotto la doccia già all’intervallo. Così addirittura, nonostante l’importanza della sfida contro l’Atalanta, sabato scorso l’allenatore portoghese gli ha preferito il baby Zalewski. Insomma, adesso il terzino dovrà riguadagnare posizioni in fretta, perché se in estate arrivasse un’offerta congrua, l’uruguaiano potrebbe anche essere ceduto. La prima risposta, comunque, arriverà col Vitesse. Sarà l’avventura in Conference League a fornire a Mourinho quelle verità che sta cercando.



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