(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) Per lui che era stato grande protagonista della notte magica di Champions League, quella in cui la Roma aveva strapazzato all’Olimpico il Chelsea per 3-0, vedere l’andata degli ottavi dalla tribuna non è stato di certo semplice da digerire. Seppur Stephan El Shaarawy lo abbia fatto al fianco di uno come Francesco Totti, con cui ha un rapporto di amicizia profondo e sincero. E pur comprendendo le motivazioni di Eusebio Di Francesco («È stata una scelta esclusivamente tecnica», ha detto a fine partita l’allenatore giallorosso). El Shaarawy, però, ci è rimasto male nel restare fuori dalla lista dei 18 contro lo Shakthar Donetsk. E, del resto, sarebbe stato strano il contrario. Il calcio però è bello perché spesso e volentieri ti offre subito l’occasione giusta. E per il Faraone giallorosso arriverà domani, contro quel Milan che l’ha lanciato.
PORTAFORTUNA – El Shaarawy, infatti, per la sfida dell’Olimpico è in vantaggio nel ballottaggio con Perotti per il ruolo di esterno sinistro. E non solo perché contro il Milan ha sempre vinto (4 volte su 4, tutte con la maglia giallorossa addosso, segnando anche due reti pesanti a San Siro), ma anche perché Perotti nella partita giocata in Ucraina ha speso molto, consumando energie psicofisiche importanti in vista della sfida contro i rossoneri. E poi perché lasciare fuori un’altra volta El Shaarawy vorrebbe dire dargli un duro colpo a livello psicologico, lui che è sensibile a certi aspetti. E una seconda esclusione consecutiva rischierebbe di buttare giù un giocatore che ha bisogno di sentire la fiducia intorno a sé. Di Francesco, in ogni caso, deciderà oggi e chissà che proprio la cabala (anche se gli allenatori preferiscono chiamarla tradizione) non influenzi, almeno un po’ le sue scelte. Un dolce amuleto, insomma, anche se poi El Shaarawy ai colori rossoneri era, è e resterà sempre legato. Un po’ perché il Milan è la squadra che l’ha preso dal Genoa valorizzandolo e lanciandolo nel grande calcio (anche se, come ha ammesso qualche tempo fa, per lui i colori rossoneri hanno rappresentato «il sogno e l’incubo»). E un po’ perché Milano è la città dove forse andrà a vivere a fine carriera. Anche se poi lasciare Roma non sarà di certo facile.
LA POSIZIONE – Del resto, in una Roma che fa ancora fatica a segnare (eccezion fatta con il Benevento), almeno con la regolarità con cui lo faceva prima, il Faraone è una buona soluzione realizzativa. Nonostante gli errori di Udine, quelli che gli hanno fatto perdere il posto in vista degli ottavi di Champions. Al netto di quegli errori lì, però, El Shaarawy in questa stagione finora ha segnato in tutto sette reti, secondo marcatore giallorosso alle spalle di Dzeko (14) e davanti proprio a Diego Perotti (6). Questo nonostante Di Francesco a lui chieda un lavoro particolare, fatto di ripiegamenti difensivi e di sacrificio. Il che, forse, gli fa perdere anche un po’ di lucidità sotto porta. Anche se poi arriva il Milan. Ed El Shaarawy quando vede rossonero funziona sempre.
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