Maurizio Sarri

ULTIME NOTIZIE AS ROMA SARRI – In 45 minuti la Roma ha rovinato un po’ tutto. Anche quel che di buono che aveva costruito quest’anno, con quel percorso da applausi in Europa League che aveva fatto passare in secondo piano anche l’inaccettabile figuraccia in Coppa Italia con lo Spezia e quel settimo posto in campionato (a -24 dalla vetta e -11 dalla zona-Champions) che immalinconisce anche solo a vederlo, scrive La Gazzetta dello Sport.

Si sognava, a Trigoria e dintorni. Ed invece il secondo tempo dell’Old Trafford ha riportato un po’ tutti con i piedi per terra, mettendo la Roma di fronte alla cruda realtà: c’è da cambiare tanto e anche in profondità. Una rivoluzione totale, che non può che partire da Paulo Fonseca, il principale imputato della disfatta giallorossa (ieri era a Trigoria con Marco Abreu, il suo agente). Un allenatore che – strada facendo – ha perso la sua empatia con la squadra e l’ambiente e che ora avrà sostanzialmente il compito di portare la barca in porto con meno danni possibile.

Avessero avuto una soluzione già in mano, i Friedkin avrebbero cambiato già in anticipo rispetto alla fine del contratto dell’allenatore portoghese. Troppo grande la delusione, troppo forte la rabbia per una figuraccia che non era stata messa assolutamente in preventivo. In casa del Manchester United si può anche perdere, ci mancherebbe altro, ma non in quel modo lì.

Ecco perché la prossima settimana Tiago Pinto riprenderà i contatti con Ramadani, l’agente di Maurizio Sarri, l’uomo individuato da un po’ di tempo per ricostruire la Roma del futuro. Sarri si deve prima liberare dalla Juventus, con cui ha un accordo che prevede un’opzione anche per la prossima stagione a 7 milioni di euro, a meno che i bianconeri non paghino prima una clausola da 2,5 milioni. Andrà così, poi Sarri potrà firmare per la Roma un biennale (con opzione per il terzo anno) a 4,5 milioni di euro (più bonus). A Sarri piacerebbe avere anche in dirigente di fiducia all’interno della struttura, un uomo di calcio che conosca bene il campionato italiano e tutto ciò che gli gira intorno. Ma non è detto che venga accontentato.

La rivoluzione giallorossa dovrà poi passare inevitabilmente da una profonda revisione della rosa. Pinto vuole 22 giocatori, due per ruolo, di cui 18 «titolari» e 4 tra baby e giovani di speranza. Il problema sarà piazzare i tanti esuberi che la Roma ha in rosa e anche in giro per l’Europa. Di certo andranno via Mirante, Bruno Peres e Juan Jesus, i cui contratti scadono a giugno e non saranno rinnovati. Ma si cercherà una soluzione anche con i vari Pastore, Fazio, Diawara, Santon, Perez e Lopez. Da capire la situazione di Dzeko, molto dipenderà anche dal nuovo allenatore.

E poi ci sono i rientri: Nzonzi, Florenzi, Olsen, Under e Kluivert. Pinto cercherà almeno 4-5 acquisti, in un «calcio sostenibile». Tra i portieri quello che piace di più è Musso (Udinese), ma ci guardano anche Gollini (Atalanta), Silvestri (Verona) e Lafont (Nantes). Dietro piacciono Vestergaard (Southampton), Nunez (Bilbao), Erlic (Spezia) e Bonifazi (Udinese), mentre in mezzo i nomi seguiti sono quelli di Teun Koopmeiners (Az), Kocku (Feyenoord) e Nandez (Cagliari). Poi c’è la questione della punta, per cui Pinto ha preso informazioni su Azmoun (Zenit). Dovesse poi arrivare davvero Sarri, potrebbe essere fatto un sforzo per portare a casa Milik (Marsiglia), che per un po’ giallorosso lo è già stato nella scorsa estate.

E poi cambierà molto anche all’interno della struttura operativa di Trigoria. I recenti infortuni a catena non sono piaciuti a nessuno, comprese le ricadute di Manchester. Possibile – anzi, probabile – che si metta mano anche nell’organigramma dello staff medico e in quello dei fisioterapisti. Una riflessione la sta portando avanti Ryan Friedkin, che è rimasto impressionato da come i giocatori della Roma cadano uno dietro l’altro, alzando bandiera bianca con una frequenza quasi disarmante.

Covid a parte, i tre infortuni di Manchester hanno portato il numero totale di stop per problemi muscolari o traumi vari alla cifra monstre di 50. Cifra tonda tonda, anche se c’è poco da festeggiare… Insomma, la rivoluzione all’interno della Roma sarà totale. Da qui alla fine, ora, si tratta solo di salvare l’orgoglio e la dignità. Poi si farà tabula rasa o giù di lì. Ancora una volta, sperando che sia anche l’ultima.



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