Dopo il Lione “hai la sensazione di non aver niente in mano, di aver perso tutto, hai il dubbio se accendere la lucina al bagno o rimanere al buio“. E così Luciano Spalletti s’è messo lì, venerdì mattina, a lavorare sulla testa della Roma, dei suoi calciatori, per convincerli che da qui in avanti inizia un’altra storia. Undici partite ancora, al massimo 12 se dovesse riuscire il ribaltone in semifinale di Coppa Italia: forse le sue ultime sulla panchina della Roma, se il colloquio prossimo con James Pallotta non rimetterà in discussione un futuro che pare far rima con addio. La strada sembra tracciata e spianata, l’incompatibilità è urlata al mondo intero. “Se la squadra fa vedere di essere quella che è stata, ora può vincere le prossime 4-5 partite. E poi ci può stare di tutto. Gli scenari in classifica possono cambiare: dopo mancherebbe lo strappo finale, noi vogliamo arrivarci col gruppetto in cima. Alla squadra ho detto: le prossime 4-5 gare possono permetterci di entrare nella volata scudetto“.
Sogni scudetto, presenti: la motivazione è alta, allora forse pure l’ossessione della vittoria. Dal Sassuolo si capirà se il messaggio è arrivato dritto alla testa dei calciatori. “Abbiamo tutto in mano, l’analisi della prestazione con il Lione mi ha detto questo, la Roma ha mostrato di avere possibilità belle, importanti – ancora l’allenatore –. È stata la partita che avrei voluto i miei calciatori giocassero: 25 tiri in porta, un record, il Barcellona contro il Psg s’è fermato a 20. Ecco: se nelle prossime occasioni giocheremo nella stessa maniera, porteremo a casa tante vittorie e rimarremo in Europa. I giocatori avevano la sensazione di avere perso tutto. Ma poi ho rivisto lo sguardo giusto“.
Stasera James Pallotta sarà allo stadio Olimpico. I due si incroceranno, poi avranno modo – probabilmente domani – di incontrarsi per chiarirsi le idee. Pallotta pretende un “dentro o fuori” sul rinnovo del contratto. Chissà se mai pretenderà toni più soft dal suo allenatore, che ieri ha precisato così il suo “forse sono io che porto sfiga” del post Lione: “Non sono sfigato, ho raggiunto un livello di vita che non cambia, la sfortuna non può togliermi niente“. Poi ha attaccato ancora una volta i giornalisti: “Io sono allenatore della Roma, non faccio le psicanalisi tutti i giorni, quello è un lavoro da sfigato. Posso perdere due partite e andare a casa, ma rimango Spalletti, che su 22mila tesserati di prima categoria, ha allenato 20 anni in Serie A. Voi giornalisti invece quanti siete? Più che articoli sportivi, mi sembra facciate oroscopi“.
(Gazzetta dello Sport)
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