AS ROMA NEWS NAPOLI MOURINHO – José Mourinho non lascia, ma raddoppia. Alla vigilia della gara col Napoli (stasera all’Olimpico, 20.45, diretta tv su Dazn), il tecnico torna a parlare del proprio futuro, ribadendo ancora una volta che la sua volontà è di rimanere sulla panchina della Roma, scrive il Corriere della Sera.
«Si poteva pensare – le sue parole – che qualche problema o frustrazione mi potesse creare dei dubbi, ma nella mia testa non c’è nulla di tutto questo. Ho detto in maniera chiara qual è la mia posizione, non bisogna neanche parlarne. Per me non dipende da nulla, è così, io sono sempre stato diretto e onesto».
Mou vuole rimanere, e non per mancanza di altre opzioni. «Una settimana dopo aver firmato con la Roma ho avuto una fantastica offerta (dal Real Madrid, ndc) e ho informato subito: non ho accettato per rispetto della società. Ho avuto la possibilità di andare ad allenare al Portogallo ma la società mi ha detto che era importante rimanere e sono rimasto. Dopo Budapest ho informato il club dell’offerta araba, che ho rifiutato. La mia onestà finisce qua e voglio rimanere con tutte le difficoltà e con le cose negative. Questa è la mia posizione e non ci sono dubbi, adesso non voglio più parlarne».
I giallorossi si giocano moltissimo contro una diretta concorrente per la Champions League: il Napoli di Mazzarri, però, come la Roma, non sta attraversando un buon momento ed è reduce dalla clamorosa eliminazione in Coppa Italia ad opera del Frosinone. «Hanno problemi con i risultati, non con i giocatori. Sono gli stessi dell’anno scorso, ma senza Kim: giocano quasi gli stessi undici della squadra che ha vinto lo scudetto. Kvara, Osimhen, Raspadori e Simeone sono molto bravi, le difficoltà sono quelle che conosciamo, però quando li abbiamo affrontati abbiamo perso senza meritare la sconfitta. Non c’è più Spalletti, bravissimo allenatore, però hanno un tecnico con esperienza di calcio e della città».
Roma-Napoli sarà anche la sfida tra due grandi attaccanti, Lukaku e Osimhen. «Sono entrambi attaccanti fortissimi, ma diversi tra loro: uno si abbassa di più e crea intesa con i compagni, l’altro è più diretto e va più in profondità. La serie A deve essere felice di averli entrambi perché potrebbero giocare in altri campionati: sono due top, non c’è storia. Drogba? Era diverso da loro, non mi è mai piaciuto fare paragoni. Osimhen è il miglior giocatore africano e Drogba lo è stato. Lukaku ha i genitori africani però è europeo e non rientra in quella classifica. Stiamo parlando di top player».
Sulla Superlega non si esprime. «Ho tanta esperienza nel calcio, ma non voglio fare nessuna analisi pubblica: sono allenatore della Roma e la posizione della società è anche la mia».
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