Alessandro Florenzi

(Il Tempo – A. Austini) Eccolo il bivio di Florenzi, più vicino di quanto possa sembrare. Lo stesso di fronte al quale, dopo qualche tentazione, Totti e De Rossi hanno sempre scelto la Roma. Unico amore dedicato a una sola maglia, una prospettiva che di certo non dispiace all’esterno di Vitinia, ben disposto a ereditare i gradi di capitano dal centrocampista. La sua storia, però, è già diversa. Nel 2011 la Roma lo aveva ceduto in comproprietà al Crotone, l’allora diesse Sabatini fu costretto a ricomprare la metà del cartellino da lui stesso ceduta ai calabresi, il club dove Florenzi ha iniziato a diventare davvero grande. Andarsene da «casa», insomma, è stata una scelta giusta. E non si può escludere che pensi di farlo di nuovo, anche se ad oggi il finale più probabile della vicenda resta quello del rinnovo di contratto. L’accordo attuale scade a giugno 2019, da qui alla prossima estate Florenzi e la Roma dovranno prendere per forza una decisione insieme, perché senza rinnovo di contratto la cessione sarebbe obbligatoria.

Parlando di un giocatore così legato alla città e al club è difficile ipotizzare un braccio di ferro tra le parti. No, Florenzi non ce la farebbe a lasciare Trigoria in polemica con la società. Ma la trattativa per il nuovo contratto deve ancora entrare nel vivo. O meglio, è come se non fosse mai davvero iniziata. Perché? Monchi ha avuto altre priorità, da Manolas a Nainggolan, e si è lasciato per ultima la trattativa con il procuratore di Florenzi. L’appuntamento era stato fissato per i primi giorni di gennaio, ma la Roma ha pensato bene di ripiombare in una crisi improvvisa e senza spiegazioni credibili, facendo scivolare tutto il resto in secondo piano. Compreso il futuro di Florenzi. Monchi rimane fiducioso ma sa che le richieste di Alessandro saranno importanti. Ora guadagna circa 2 milioni netti compresi i premi e, superato il doppio infortunio al crociato nonostante qualche dolorino residuo (vedi Roma Atalanta), non mancano i club pronti ad aumentargli lo stipendio e poi trattare al ribasso il prezzo del cartellino. Florenzi, dal canto suo, ha deciso di aspettare e riflettere ancora: forzare la mano adesso sarebbe impopolare e controproducente. Ma prima o poi dovrà sedersi al tavolo. E decidere. Nelle dichiarazioni degli ultimi anni è sempre stato cauto e non ha escluso un possibile addio, ma lascerebbe Trigoria soltanto per un club prestigioso all’estero. In Premier piace a parecchi, ma prima viene la Roma.

Si parlerà anche di lui nel summit dirigenziale a Londra. Baldissoni e Fienga sono già partiti, entro domani mattina arriveranno tutti, Pallotta e Monchi compresi. Parteciperà anche Baldini, da capire se in prima persona o collegandosi in video conferenza dal Sudafrica come ha fatto in una «call» dopo il ko con la Juventus. Pallotta è atteso come relatore al meeting Leaders in Football dove illustrerà il progetto stadio, in serata lo aspetta la sfida Nba dei «suoi» Celtics contro Philadelphia. In mezzo le riunioni con lo staff della Roma, dove si occuperà di sponsor e anche di mercato. L’input è noto: bisogna vendere e aggiustare il bilancio entro il 30 giugno, poi si penserà a comprare. Castan è il più vicino a partire, più Genoa che Cagliari, poi potrebbe essere il turno di Bruno Peres richiesto dal Benfica. Ma con loro non si fa plusvalenza e allora occhio alle situazioni di Emerson (Juve e Liverpool), Skorupski e non solo. Nessuno è incedibile, anche se la vera rifondazione sarà in estate.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨