Edin Dzeko

(Il Messaggero – M. Ferretti) Arrivederci, Champions. Non era una finale, ma a sorridere è ancora una volta il Liverpool. Come trentaquattro anni fa. Sarà per la prossima stagione, anche se oggi la Roma non ha la certezza di partecipare all’edizione 2019. Terzo posto in classifica, a braccetto con la Lazio, quattro punti più in alto dell’Inter. Ne servono altri sei (su nove) per centrare l’obiettivo senza preoccuparsi dei risultati degli altri. Si può fare? Si deve fare. La squadra dell’esordiente EDF saluta la Grande Europa con il dolore per l’eliminazione (per differenza reti) ma anche con la immensa dignità di chi ha raggiunto la semifinale, cioè con l’etichetta di una delle quattro più belle del reame, cosa che non accadeva da una vita. E c’è anche spazio per i rimpianti, ripensando forse più alla partita di Anfield che a quella di ieri sera allo stadio Olimpico. Alle pendici di Monte Mario, tutto o quasi, è stato condizionato da quanto era accaduto in Inghilterra. Con un punteggio che lasciava spazio a poche illusioni. E senza dimenticare i regali romanisti sulle due marcature dei Reds. La Roma ci ha provato, ha vinto il confronto, è arrivata ad un passo dai tempi supplementari ma le buone stelle (e l’arbitro Skomina: grazie Collina) si erano girate dall’altra parte. La gente romanista ha capito, però; e a fine gara ha ringraziato i propri giocatori. Al di là dell’amarezza per non aver raggiunto Kiev (che non era un traguardo di inizio stagione), restano in archivio tante cose positive: innanzi tutto, la vittoria del girone con il Chelsea spedito al secondo posto e l’Atletico Madrid in Europa League. E poi la notte magica del successo contro lo Shakhtar, con uno stadio impazzito di gioia come non si vedeva da tempo. E, ovviamente, l’Impresa da tramandare ai nipoti contro il Barcellona, con una città (e non solo) a stropicciarsi gli occhi per la Grande Bellezza espressa dalla Roma.

IL FUTURO – Paradossalmente, il cammino stagionale di EDF è stato migliore in Europa che in Italia, dove il distacco dalle due di testa è esagerato. E non certo per colpa di Juventus o Napoli. Le indicazioni che arrivano dalla Champions che se ne va, perciò, dovranno essere tenute in grande considerazione per il futuro, mettendo in cassaforte le cose belle e facendo tesoro di quelle brutte. Senza avere la certezza, al momento, che chi c’è oggi ci sarà anche domani.



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