AS ROMA NEWS SALERNITANA BELOTTI – Due gol e uno annullato per meno di un millimetro. La Roma ritrova le reti di Belotti, ma stecca il successo contro la Salernitana. Questo è il paradosso dell’estate e di questo inizio campionato. E’ stato (ed è ancora) un mercato vissuto alla caccia del bomber da presentare contro la Salernitana; un Mourinho che ha fatto capire in tutti i modi di quanto ne avesse bisogno. Risultato: per battere la Salernitana serviva altro, che la Roma – al di là del benedetto attaccante che verrà – ancora non ha, né può avere, scrive Il Messaggero.
Non ha Dybala ad esempio, e abbiamo capito quanto sia fondamentale; non ha Pellegrini, squalificato come l’argentino. Non ha ancora al top due potenziali grandi calciatori appena arrivati come Sanches e Paredes, che comunque contro la squadra di Sousa hanno regalato un impulso positivo per la rimonta finale. Non ha ancora visto il meglio di Aouar, bravo ma ancora discontinuo, né di Kristensen, apparso spaesato e fuori contesto.
Insomma, ci vuole tempo, per questo una vittoria contro la Salernitana avrebbe fatto davvero bene e regalato meno ansie in vista dei prossimi impegni. Conti si siede in panchina e sostituisce nominalmente Mou: Bruno è l’idolo della tifoseria, saluta e si commuove. Meritava un ritorno in panchina diverso, sarà per la prossima a Verona. Belotti festeggia una giornata che mai aveva vissuto da quando è qui: due gol dei suoi, da bomber vero (108 reti in A) e uno annullato dal Var per un pezzo d’aria in fuorigioco. Ha finito spompato e con i crampi, ma con un sorriso grande così. Lui. Che apre le danze e che salva la Roma dalla sconfitta con un incornata sotto porta. Il suo lo ha fatto, ora si accomodi quello nuovo.
Si sveglia Belotti e balla la difesa: se funziona una cosa, ne viene meno un’altra. Troppo spazio concesso a Candreva il quale, a trentasei anni, ha ancora un piede che canta e il pallone con il telecomando. Una volta ridicolizza sua maestà Smalling e un l’inossidabile Cristante, uno dei migliori fino a quel momento (suo l’assist millimetrico per il vantaggio e suo anche quello del gol annullato). La Roma viene capovolta con due giocate due e deve rammaricarsi se, dopo il primo canto del Gallo, ha fallito il raddoppio con Mancini, che si è emozionato davanti a Ochoa alzando sopra la traversa il pallone con il ginocchio. Lì si poteva chiudere il discorso, lì si è spalancata l’occasione per la Salernitana, che è cresciuta con il passare dei minuti, prendendo più coraggio, facendosi sentire di più nei contrasti: la Roma non ha subito troppo, il problema è che ha faticato, per i motivi elencati sopra, a fare il suo gioco, a essere pericolosa come nei primi minuti.
Di costruzione dal basso se n’è vista poca, di sprint sulle fasce men che meno, Belotti avanti era troppo isolato e ha dovuto sgomitare per farsi largo tra Fazio e Gyomber. Mourinho si accorge che la squadra va spegnendosi pian piano, appiattendosi sui suoi limiti, e la cambia, anzi la rivoluziona dopo appena una ventina di minuti della ripresa: fuori gli inconsistenti Smalling, Bove e i due esterni, Spinazzola e Kristensen, che fino a quel momento non avevano dato praticamente nulla.
Dentro Paredes, Sanches, Zalewski e Karsdorp. Cristante si abbassa tra i centrali di difesa e il sistema di gioco non subisce traumi. Paredes e Sanches hanno il tocco magico, ma non una eccellente condizione e questo li porta a essere spesso imprecisi nel palleggio. Sanches va al trotto ma sa cosa deve fare con la palla e con un paio di imbucate avvicina la Roma al gol, in una di queste El Shaarawy colpisce la traversa; Paredes batte l’angolo giusto, che finisce sulla testa di Belotti, baciato dalla magia. Due a due, secondo gol del Gallo dopo l’astinenza nello scorso campionato.
La festa non è completa senza il terzo gol, ma la Roma è piegata anche dalla stanchezza e dal caldo soffocante e solo nel finale ha una mezza occasione per partire con un successo, ma Ochoa viene messo in salvo da un intervento dei centrali difensivi, che anticipano Sanches, corso nel cuore dell’area per il gol dell’urlo. Ci vuole tempo per vedere una Roma più convincente, ci vuole poco per vederla con un centravanti in più, che nonostante i due gol di Belotti sarebbe stato utile anche stavolta. Sarebbe stato troppo, forse.
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