Edin Dzeko

(Il Messaggero – S. Carina) La primavera romanista è iniziata in anticipo. E lo ha fatto a suon di gol. Nove nelle ultime tre gare, sedici nelle ultime sei. Numeri che hanno permesso alla squadra di Di Francesco – scivolata ad un certo punto del torneo al nono posto nella speciale graduatoria degli attacchi più prolifici della serie A – di risalire al quarto con 49 reti. Juventus e Lazio (67), senza dimenticare il Napoli (63), rimangono lontani ma Dzeko e compagni sembrano finalmente aver ritrovato con frequenza la via del gol. Quella che dopo un buon inizio di torneo (nelle prime 12 giornate, erano 23 i centri all’attivo, media 1,91 a partita) era stata smarrita da fine novembre ai primi di febbraio. Per essere ancora più chiari: dalla trasferta di Genova (pareggiata 1-1) al successo a Verona (1-0). Settanta giorni nei quali la Roma ha disputato 11 partite in campionato, segnando soltanto in 10 occasioni (media 0,9).

MEGLIO DI RUDI La ritrovata vena dei propri attaccanti ha permesso a Di Francesco nelle ultime 8 gare di viaggiare ad una media di 2.25 punti, che corrisponde ad un significativo +0,22 rispetto allo standard complessivo tenuto dalla squadra nel torneo. Se è vero che rispetto alla passata stagione Eusebio è in ritardo di 6 punti, non va dimenticato che paragonando il suo trend con la seconda annata di Garcia (quella che terminò bissando il secondo posto) gode ancora di 3 lunghezze e di 9 gol di vantaggio. Rudi, infatti, tre anni fa alla 29 giornata era sì secondo (a -14 dalla Juventus e con appena un punto di vantaggio sulla Lazio) ma aveva ottenuto appena 56 punti e segnato 40 reti, senza considerare che la Roma era stata eliminata nella fase a gironi in Champions e poi agli ottavi in Europa League dalla Fiorentina.

NUOVA EFFICACIA C’è un altro dato che fa capire come gli attaccanti abbiano aggiustato la mira. Paradossalmente la Roma nelle 11 gare dove ha segnato meno, tirava di più in porta rispetto a quanto ha fatto nelle ultime 6: 162 tiri (media 14,7 a gara) a 77 (12,8). La partita che fotografa meglio questa inversione ad U è quella di Champions contro lo Shakhtar all’Olimpico: prima conclusione in porta al 52′, 1-0 e qualificazione in tasca. Tornando al campionato, rispetto a Lazio, Juventus e Napoli, alla Roma manca qualche goleada. Se i biancocelesti, ad esempio, hanno vinto 10 volte con almeno 3 o 4 gol di scarto (la Juve 8), ai giallorossi è accaduto appena 4 volte. In 7 occasioni sono arrivati successi di misura e in altrettanti casi, vittorie come quelle di domenica con 2 reti in più rispetto all’avversario. Di Francesco, però, si gode i 14 diversi marcatori, consapevole che oltre a Dzeko (che ha segnato comunque il 27% dei gol della squadra: 13 su 49), anche gli altri attaccanti hanno iniziato a lasciare il segno. El Shaarawy è uscito dal letargo invernale, salendo a 6 reti (8 comprese le coppe); Under forte del rush degli ultimi due mesi è a quota 5. La stessa di Perotti che, in carriera, non è mai stato un grande goleador. Ma il segnale migliore lo ha lanciato Nainggolan: va bene gli assist (sono già 7), la partecipazione alla manovra, la corsa e lo spirito di sacrificio. Ritrovare però Radja decisivo anche in zona-gol, come accaduto a Crotone (non segnava dal derby dello scorso 18 novembre), è il miglior biglietto da visita per la corsa alla prossima Champions. Senza considerare che – al netto delle reti al Torino in coppa e il rigore al Benevento – all’appello, per motivi diversi, mancano ancora Schick e Defrel.



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