Rassegna stampa
Rivoluzione Fonseca: per vincere non ci sono intoccabili
NOTIZIE AS ROMA FONSECA – Fino al termine della Serie A Paulo Fonseca ha scelto di eliminare le conferenze prepartita prima della sfida infrasettimanale. Il tecnico portoghese, d’accordo con chi cura la comunicazione della Roma, ha scelto questa strada per evitare le due conferenze a distanza di pochi giorni e per concentrarsi, ancora di più, sul campo.
Troppo delicato il momento e troppo grande la voglia di pensare soltanto ai suoi calciatori in una fase cruciale. Fonseca oggi farà sentire la sua voce solo attraverso alcune dichiarazioni al sito della Roma, niente di più. Il resto lo riserverà ai suoi giocatori, perché a loro che vuole dedicarsi. Lo sta già facendo, privilegiando, rispetto al passato, un atteggiamento più netto, deciso.
Fonseca non è un allenatore che ama prendere di peso i ragazzi, preferisce essere fermo, ma spiegare le cose con chiarezza e toni normali, senza esagerare. Ma ha capito che in queste ultime settimane la squadra rischiava di perdersi, tra la Champions sfumata, le voci di mercato e la sospensione del d.s. Petrachi. Per questo ha scelto di essere, anche all’esterno, ancora più chiaro. Non si è fatto problemi a lasciare fuori giocatori per «scelta tecnica», da Bruno Peres a Santon fino a Cetin, salvo poi riconvocarli quando li ritenesse pronti.
Non si è fatto problemi a rispondere con onestà alla domanda sulla mancata convocazione di Kluivert contro il Parma: «Non mi era piaciuto il suo modo di allenarsi e gliel’ho detto». Stesso discorso aveva fatto pochi giorni prima su Under, quando lo aveva definito: «Fuori condizione».
Fonseca ha scelto di essere diretto per lanciare messaggi all’interno e all’esterno del gruppo: nessuno, con lui, ha il posto assicurato. Non solo in campo, ma neppure in panchina. Il tecnico sa che la Roma ha necessità vitale di non restare fuori dalle coppe e per questo, col quinto posto a rischio per la risalita del Milan, ha deciso di essere ancora più determinato, soprattutto con quei ragazzi che, tra età e quindi naturali alti e bassi e voci di mercato, rischiavano di prendere troppo alla leggera il momento.
Under, in particolare, sta vivendo queste settimane con amarezza. Oggi compie 23 anni, col campo che ormai sembra una chimera. Col ritorno di Zaniolo, la crescita di Carles Perez, mancini come lui, e il nuovo modulo, il turco sembra ormai davvero fuori dai giochi. «Lo vogliono in tanti», ha fatto sapere il suo agente dalla Turchia qualche giorno fa. Vero, ma questo a Fonseca interessa il giusto.
Col passare delle settimane, e dei mesi, Under è finito sempre più indietro nelle gerarchie, arrivando a giocare appena 18’ con la Samp e 45’ col Milan dalla ripresa del campionato. Da quel momento, per lui solo panchina. Peggio è andata a Juan Jesus, che non si vede, social a parte, da settembre e non è mai stato convocato. Da qualche settimana ha un fastidio all’anca, ma il suo agente, Roberto Calenda, ha ammesso qualche giorno fa: «Ci aspettavamo una considerazione diversa».
Per Fonseca, però, il brasiliano non è una scelta, un’opzione come spesso dice, e nel tempo ha mantenuto questa considerazione. Altrettanto netto, sabato scorso, Fonseca ha confermato che l’esclusione di Pau Lopez a favore di Mirante col Brescia è stata una scelta tecnica, visto che il portiere spagnolo rientrava da un infortunio.
Eppure a Napoli (soprattutto) e col Parma era andato molto bene, quindi nessuno, giocatore compreso, si aspettava una decisione del genere. Ma questo per Fonseca non è un problema. Adesso è il momento dei fatti e non delle parole. Se poi passerà da sergente di ferro se ne farà una ragione.
(Gazzetta dello Sport)
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