Rassegna stampa
Rivoluzione Fonseca: Roma senza ali, spingono i terzini
NOTIZIE AS ROMA FONSECA – Era arrivato con l’etichetta di integralista, solo perché le sue squadre da anni giocavano con il 4-2-3-1 come sistema di base. Ed invece si è dimostrato subito diverso, capace di cambiare in corsa, ad iniziare da quella «italianizzazione» che lo ha portato ad attaccare con un solo terzino, bloccando di fatto l’altro.
In questa ripresa, però, Paulo Fonseca ha studiato un’altra piccola rivoluzione, che nasce dalla difesa a tre ma affonda le radici nella costruzione del gioco e nell’equilibrio. Il 3-4-2-1 con cui la Roma gioca di fatto da tre partite (Napoli, Parma e Brescia) è molto diverso per sviluppo dinamico dal precedente 4-2-3-1. Ma, soprattutto, prevede una rivoluzione negli interpreti: basta ali, niente più esterni d’attacco, a spingere in fascia sono i terzini a tuttafascia, con i trequartisti che cercano maggiore fortuna alle spalle della punta (nello specifico Dzeko).
E questo sostanzialmente per evitare proprio di lasciare troppo solo il centravanti bosniaco. Che, paradossalmente, manca però l’appuntamento del gol da ben 5 partite. Oggi lo aiuteranno a ritrovarsi Mkhitaryan e probabilmente Carles Perez, che dovrebbe giocare al posto di uno stanco Pellegrini (anche se Lorenzo vorrebbe esserci).
«Mi sono piaciute le ultime due partite e dobbiamo continuare a giocare così – ha detto ieri Paulo Fonseca – Vogliamo continuare su questa strada. Dico sempre che quando si perde il passato non conta, ora sono arrivate due vittorie ma vale lo stesso principio: appartengono al passato». Non per il modulo, invece. Quello è ancora il presente e forse anche il futuro della sua Roma. Che con questo sistema ha trovato maggiore equilibrio e compattezza.
La rivoluzione, però, è totale, se si pensa che la Roma del portoghese era stata costruita per valorizzare gli esterni d’attacco: gente come Perotti, Zaniolo, Carles Perez, Under e Kluivert, inizialmente anche Florenzi. Insomma, c’era abbondanza di possibili ali. Di queste, però, nel nuovo sistema troveranno spazio sostanzialmente solo in due: Carles Perez e Zaniolo, magari con qualche fiammata di Perotti (come quella di Brescia).
Ma per gente come Under e Kluivert, ad esempio, si prospettano tempi durissimi. E a trovare invece motivazioni maggiori sono quegli esterni di difesa che sanno andare, coprendo tutta la fascia: Bruno Peres su tutti, ma anche Spinazzola e Zappacosta. Gente che anche atleticamente ha fibre muscolari per fare su e giù senza sosta. Di meno, ovviamente, Santon ma anche Kolarov, svantaggiato dal peso degli anni per quel tipo di compito lì. La rivoluzione è però partita. E potrebbe anche essere definitiva.
(Gazzetta dello Sport)
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