Ruggiero Rizzitelli

(Leggo – F. Balzani) Cento pali in (quasi) sette stagioni. Non è il titolo di un libro, ma lo sfortunato record della Roma che nel derby di domenica ha tagliato un traguardo decisamente poco ambito raggiunto solo da Juve (104) e Inter (100). Un risultato ottenuto grazie ai 22 legni della scorsa stagione con Spalletti, e ai 20 attuali (spiccano i 3 con l’Inter e quelli con Napoli, Fiorentina e Lazio) che hanno fatto perdere a Di Francesco almeno 9 punti in campionato. Sfortuna? Imprecisione? Casualità? Lo abbiamo chiesto a Ruggiero Rizzitelli, che di pali impressi nel cuore ne ha due mica da ridere. «Ancora me li sogno la notte – sorride amaro l’ex attaccante – Mi riferisco al palo colpito nella finale di coppa Uefa contro l’Inter del 1991 in cui dovevamo rimontare il 2-0 dell’andata. Lo presi a inizio partita poi segnai a 10′ dalla fine, ma ormai era tardi. L’altro in Russia con l’Italia. Se la palla fosse entrata la Nazionale sarebbe andata all’Europeo del 1992».

Cosa succede nella testa di un giocatore in quel caso? «Non sai darti una spiegazione. Ti chiedi: potevo addrizzare i piedi, avrei voluto spostare il palo. Ma in realtà è solo sfortuna, è solo casualità. E più ci ripensi in partita peggio è, anche perché la gara va avanti». La Roma, come ha detto anche Di Francesco «è abbonata ai legni». Rizzitelli se lo spiega così: «Se guardi le statistiche a colpire più pali sono Messi o Ronaldo. Quindi non è un problema di qualità. Capita a chi tira più in porta, lo abbiamo visto anche l’anno scorso con Spalletti. Non è che ci si allena a prendere pali o traverse». Poi però aggiunge: «Mettiamoci pure che il nostro destino (parla da romanista, ndr) è questo. Sul più bello c’è qualcosa che… Se avesse segnato Dzeko con la Lazio sarebbe stata una settimana troppo perfetta». A proposito di derby: «Il pareggio ci sta, anche se la Roma ha avuto più chance. Paradossalmente era più riposata la Lazio perché un conto è rimontare il Barça, un conto provare a vincere col Salisburgo». Proprio sull’impresa coi catalani dice: «Mi ha ricordato la tentata rimonta col Torino in coppa Italia nel 93. All’andata finì 3-0, poi fuori dallo stadio abbiamo visto 60 mila persone che ci credevano davvero. E ci siamo detti: Se ci credono loro come facciamo a non farlo noi?. È tutta una questione di testa. Con questi tifosi la Roma può arrivare a Kiev». Dove, si spera, la fortuna non tradirà i giallorossi: «Lo spero, per una volta. Anche se il nostro destino dice altro».



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