AS ROMA NEWS MOURINHO – José Mourinho ha convinto la squadra che il Quadrato Magico è uno spazio tecnico-tattico in cui trovare il futuro, e nello stesso tempo i calciatori hanno capito che la formula dei 4 assi, così affascinante, si può sostenere. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, il tesoro che i giallorossi riportano a casa è proprio questo: l’autostima che occorre per puntare allo scudetto.
La vittoria col Tottenham, d’altronde, è sembrata la chiave di volta di questa costruzione. Posti tutti i limiti che occorrono a una amichevole – peraltro assai poco amichevole (vedi i 4 punti di sutura a Pellegrini e la distorsione alla caviglia di Zalewski) – avere la meglio su una delle attuali grandi d’Inghilterra ha fornito una queste certezze: 1) la conferma che schierando insieme quattro giocatori dal potenziale offensivo come quello fornito da Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham i rischi per gli avversari sono costanti; 2) la presa di coscienza che, quando il sacrificio di squadra è condiviso, anche la fase difensiva può essere eccellente, e lo ha dimostrato il fatto che la squadra di Conte non ha fatto neppure un tiro nello specchio della porta giallorossa.
In questo senso pare essere rimasti al 25 maggio: una Roma capace di fare gol nel primo tempo e poi di reggere l’urto del ritorno avversario. Davanti a una garanzia come Rui Patricio, d’altronde, ci sono quei tre. Se Mancini e Ibanez – quest’ultimo anche in veste di match winner sfruttando un assist proprio dell’ultimo arrivato Dybala – continuano il loro processo di crescita, Smalling sta diventando una sorta di miracolo di longevità agonistica. La “cura Mou” sembra averlo rivitalizzato, così non sorprende il suo desiderio di rientrare nel giro della nazionale proprio quando il Mondiale si avvicina.
L’impressione è che Mourinho, a dispetto del progetto iniziale dei Friedkin di due anni fa, abbia avuto progressivamente il via libera per la costruzione di un “instant team”. Alle fondamenta dello scorso anno – già ricco di tanti “nazionali” (italiani e non) – infatti, sono stati aggiunti giocatori come Matic, 34 anni, Dybala, 28 anni e Celik, nazionale turco di 25 anni. Non è difficile ipotizzare, quindi, che questa squadra abbia tutta l’esperienza che serve sia per i momenti belli che per quelli difficili. Non basta. Un altro motivo di ottimismo è dovuto alla rosa. Segnalato come nella scorsa stagione il numero degli infortuni muscolari si sia ridotto di circa il trenta per cento, Mourinho ha davvero due giocatori per ruolo o quasi. E tutto questo, in attesa di poter inserire anche Wijnaldum e Belotti.
Davanti, poi, questa Roma è da effetti speciali. Pellegrini è il paradigma della duttilità, visto che può essere efficace sia da centrocampista puro che da trequartista. Zaniolo sembra essersi definitivamente messo alle spalle il doppio infortunio ed è in grado di esprimere quella potenza in campo aperto che lo fa diventare devastante. Dybala non ha bisogno di presentazioni: è genio e classe, in grado di segnare o far segnare con la stessa facilità. Infine c’è Abraham, l’uomo dai 27 gol alla sua prima stagione italiana, che sembra essere cresciuto nella consapevolezza del proprio valore. Se tutti e quattro dimostreranno quello spirito di sacrificio messo in mostra contro il Tottenham, il Quadrato Magico sarà una costante.
Il valore aggiunto determinante, però, è quello messo in campo dalla proprietà e dall’allenatore. Se dello Special One, l’uomo dei 26 titoli si è detto tutto, è giusto sottolineare come i Friedkin in due anni abbiano investito per la Roma circa 619 milioni, più i 37 milioni che sono serviti per uscire dalla Borsa. In fondo, è una storia nota: dalle accoppiate Viola-Liedholm a Sensi-Capello, nel calcio moderno le basi per una Roma da scudetto sono state messe da presidenti e allenatori ambiziosi. Adesso il tandem si è riformato. Per questo sognare è lecito.
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