(Il Messaggero – U. Trani) Senza dare la priorità ad alcuna competizione, adesso la Roma si deve comunque dedicare soprattutto al campionato. L’attuale distacco dal Napoli capolista (-7), anche se con una partita da recuperare, non consente di lasciare, al momento, altri punti per strada. Ecco che la tappa di Firenze, prima della sosta per gli impegni delle nazionali e soprattutto alla fine di un ciclo di 7 partite (2 di Champions e contro il Chelsea) in 23 giorni, diventa ancora più significativa e al tempo stesso insidiosa. Anche perché la Fiorentina (7ª in classifica), caduta in casa solo il 27 agosto contro la Sampdoria, ha raccolto 10 dei suoi 16 punti al Franchi. Di Francesco, però, non ha alcuna voglia di interrompere la striscia di successi di fila (4 contando quello di martedì in coppa) e soprattutto punta a battere il record delle vittorie esterne, adesso sono 11 (comprese le 7 del torneo passato con Spalletti), arrivando a 12.
TREND DA BIG – Lontano dall’Olimpico, insomma, la Roma ha finora fatto l’enplein: 4 successi contro l’Atalanta, il Benevento, il Milan e il Torino nei 4 viaggi prima di questo. Il rendimento esterno è da grande e soprattutto da vertice. Anche perché Alisson e la migliore difesa del torneo (5 reti subite in 11 gare di serie A e 9 clean sheet su 14 gare stagionali) non hanno mai incassato gol in trasferta. Mai accaduto nelle prime 4 partite di campionato (nel gennaio 2004 i giallorossi arrivarono fino a 5). Sarà, dunque, l’ennesimo esame, tenendo presente che la Fiorentina ha sempre fatto centro in casa negli ultimi 20 match (41 reti).
ANCORA TURNOVER – Di Francesco, prima di lasciare Trigoria, ha chiarito che non confermerà la formazione che ha superato il Chelsea di Conte (in 14 gare ha riproposto solo 2 volte la stessa, contro l’Atalanta e l’Atletico Madrid). Così cambierà di nuovo in ogni reparto il suo 4-3-3, come ha sempre fatto in campionato durante la full immersion che ha previsto, da metà settembre, impegni ravvicinati e di primo piano. Ma senza esagerare, come è successo nell’ultima partita di campionato contro il Bologna, quando propose 8 novità. Ne ha comunque messe in preventivo la metà, cioè 4, essendo costretto a prendere atto delle energie fisiche e mentali spese da alcuni interpreti nella gara di martedì scorso contro i campioni d’Inghilterra. È quindi probabile che indifesa rientri Manolas per Jesus, che a centrocampo si rivedano Pellegrini per Strootman e Gonalons per De Rossi e che, nel tridente offensivo, riposi Perotti con l’ingresso di Under o del centrocampista Gerson, per il ballottaggio che ha accompagnato la Roma a Firenze. La scelta dipenderà dalle condizioni meteo: il terreno di gioco rischia di essere pesante e scivoloso, quindi non ideale per le caratteristiche fisiche di Under.
FASCIA SCOPERTA – Dalla lista dei 22 convocati restano fuori, insieme con Karsdorp, Peres, Nura e Schick: ancora emergenza sulla corsia di destra. L’unico terzino è Florenzi, recuperato in extremis. Manolas, già utilizzato in corsa su quel lato nel finale della partita contro il Chelsea, è comunque pronto a scivolare a destra. Emerson, intanto, va per la prima volta in panchina dopo l’infortunio del 28 maggio durante Roma-Genoa e l’operazione al crociato. Alla stazione di Santa Maria Novella 500 tifosi ad accogliere la Roma: saranno in 2500 al Franchi.
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