Daniele De Rossi

AS ROMA NEWS INTER – Un’altra Roma. Non nei singoli, perché la formazione potrebbe essere uguale a quella che ha travolto il Cagliari, ma nello spartito tattico e negli aggiustamenti: non sarà né il 4-3-3 che abbiamo visto nelle prime tre partite della gestione De Rossi né il 3-5-2 in stile Mourinho. Sarà un ibrido molto spallettiano, una difesa a tre e mezzo che chiede molto sacrificio a El Shaarawy, non a caso elogiato in maniera approfondita dall’allenatore in conferenza stampa, scrive il Corriere dello Sport

Non si tratta di perdere l’identità, che rimane propositiva e ambiziosa, ma di rispettare l’Inter che ha una struttura più ricca e collaudata. De Rossi ha pensato che sfidare Lautaro e Thuram uno contro uno, come sarebbe capitato in caso di difesa a quattro canonica, sarebbe stato molto pericoloso.

Per questo ha provato in settimana una sorta di 5-3-2 nella fase difensiva che preveda l’allineamento di El Shaarawy quasi sulla linea dei centrali e Angeliño più dentro al campo a supportare Mancini e Llorente, specialmente contro Lautaro che transiterà spesso da quelle parti. Naturalmente il gioco della compattezza vale a maggior ragione sull’altro lato dove Karsdorp farà il terzino o l’esterno a seconda delle circostanze e Dybala sarà lasciato abbastanza libero dalle rincorse senza palla che potrebbero stressarne i muscoli. Cristante e Pellegrini si alterneranno infine nel pressing su Calhanoglu: spendere un uomo per fermare il playmaker più in forma del momento sarebbe forse deleterio, se i compagni di reparto chiamati Mkhitaryan e Barella si sentissero poi liberi di divertirsi.

De Rossi dunque cambia la tattica ma non deroga in alcun modo ai suoi princìpi filosofici: proverà a incastrare Inzaghi per batterlo, non per sperare nello 0-0. Tanto è vero che continua a utilizzare molti uomini bravi con la palla tra i piedi, rinunciando alla tentazione di aggiungere un centrale difensivo di ruolo (oggi avrebbe solo il giovane Huijsen) o un centrocampista dinamico come Bove. Preferisce tenere dentro Paredes, che è il suo riferimento in campo non solo per il numero di maglia che indossa, e ovviamente Pellegrini, che ha segnato tre gol in tre partite diverse nelle ultime tre settimane.

Quando poi la Roma potrà palleggiare (lo farà prevedibilmente meno rispetto alle serate precedenti) rivedremo certi automatismi che sono stati provati a Trigoria e in parte applicati in partita. Angeliño sarà una specie di regista aggiunto, che potrà servire da scarico nel giro palla nel momento in cui i centrocampisti verranno schermati. El Shaarawy avanzerà nel tradizionale ruolo di ala-trequartista e Dybala verrà a cercarsi spazio spalle alla porta quasi sulla linea mediana, con l’obiettivo di mandare in buca Lukaku o una delle mezzali.

Paulino si sente benissimo, come non accadeva da tempo, e vorrebbe tanto segnare un’altra rete all’Inter, già colpita a San Siro subito dopo il ripudio del 2022. Figurarsi Lukaku, che all’andata è stato cancellato dai fischietti di San Siro prima ancora che dalla difesa di Inzaghi: nella Roma di De Rossi Big Rom ha ancora inciso poco. Se si (ri)svegliasse proprio in questa partita, chiuderebbe il cerchio con il passato e allieterebbe il futuro.



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