AS ROMA NEWS ABRAHAM ARSENAL – Il risveglio dopo la sconfitta di San Siro è stato pesante, si deve essere un po’ addolcito quando ha saputo che in Inghilterra si stava parlando (e bene) di lui: l’Arsenal, secondo il Daily Star, lo reclama e sarebbe disposto a pagare alla Roma sessanta milioni di euro. Lui, Tammy Abraham, non ha mai nascosto le sue simpatie per i Gunners, pur essendo cresciuto nel Chelsea, ma per il momento, passa e chiude, scrive Il Messaggero.
Anche perché la Roma per ora non vuole prendere in considerazione offerte per il suo centravanti, nonostante gli accordi stipulati con il Chelsea prevedano che fino all’estate del 2023 i blues abbiano la possibilità di pareggiare eventuali offerte (più una prelazione, esercitabile tra 14 mesi, per riscattarlo versando 80 milioni di euro nella casse giallorosse, il doppio di quanto è stato pagato).
Insomma, ora c’è altro a cui pensare: il 9 vuole che si parli di lui in Inghilterra per i gol che eventualmente segnerà al Leicester, prossima avversaria della Roma nella semifinale di Conference League. Giovedì, riflettori accesi: al City Stadium arriva il capocannoniere di coppa, con otto gol, c’è una finale da raggiungere per la Roma, grazie al suo bomber. Due già i gol decisivi distribuiti tra ottavi e quarti di finale, uno al Vitesse e l’altro al Bodø: Tammy si accende spesso nelle notti europee. Ma con il Leicester, nelle sei gare precedenti tra Premier e FA Cup, non ha mai fatto centro e ha vinto una sola volta (poi tre pareggi e due sconfitte). E questo è un tabù da sfatare. Uno stimolo in più.
Abraham, però, in campionato ha smarrito la via del gol, e questo un po’ lo disturba. Solo a inizio stagione era rimasto a secco per così tanto tempo, sei giornate. Ora sono quattro, non va in gol dal pomeriggio del derby, quando ha realizzato addirittura una doppietta, che ha stroncato la Lazio in pochi minuti. La consolazione è arrivata proprio in Conference, confermandosi spietato uomo di Coppa, con la prima delle quattro reti che la Roma ha confezionato al Bodø undici giorni fa allo stadio Olimpico.
Sappiamo come si possa sentire uno così, uno che ha già segnato 24 reti al suo primo anno in Italia. Ha superato mostri sacri come Montella a Batistuta, miti del passato come Volk o quelli più recenti, tipo Dzeko. Il gol è il gol, e se manca anche da poco diventa un problema per chi vive con il cuore sotto porta, figuriamoci per chi lascia passare un mese. Lo ha detto e ripetuto, Tammy. «Quando segni o non segni, controlli sempre se un altro attaccante fa gol. Se non faccio gol in una partita e non gioco bene non riesco a dormire la notte, e se sciupo un’occasione da gol ma segno lo stesso, sono arrabbiato perché voglio segnare di più».
A San Siro di occasioni ne ha avute poche, anzi nessuna: la prestazione non è stata all’altezza, ecco perché ora non vede l’ora di rigiocare. A Leicester dovrà essere diverso, per lui, per la sua fame da gol e per la Roma. Sul futuro è stato chiaro, le voci ora fanno piacere e non disturbano, ma non vengono prese in considerazione. «Quando vedo che mi accostano ad altri club mi fa sentire bene, come se stessi facendo qualcosa di giusto. È una bella sensazione vedere il tuo nome su tutti i giornali. Ma devo concentrarmi sulla Roma, poi chissà cosa mi riserva il futuro. Naturalmente sono cresciuto in Inghilterra, sono un ragazzo londinese, quindi forse un giorno tornerò in Premier League. Ma in questo momento sono concentrato solo sulla Roma, qui mi sento a casa. Voglio fare del mio meglio e spero di vincere con questi ragazzi un trofeo che manca da molti anni». Manca un passo, poi si può pensare di riportare a casa un trofeo. Lui, che ha vinto una Champions, può dare una mano a Mourinho.
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