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Rassegna stampa

Roma, Abraham non recupera: stavolta subito il Gallo Belotti

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AS ROMA NEWS LUDOGORETS EUROPA LEAGUE BELOTTI – Adesso sì, è arrivato davvero il momento giusto. Perché se nell’estate del 2019 ci era arrivato ad un passo, facendo di tutto per portare il suo Torino fino ai gironi di Europa League, adesso Andrea Belotti può davvero fare il suo esordio nelle coppe europee (almeno nella loro fase finale, quella in programma proprio dai gironi in poi).

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, esordio che avverrà domani a Razgrad, in Bulgaria, quando il Gallo dovrebbe scendere in campo dal primo minuto, alla guida dell’attacco giallorosso in questa avventura di Europa League. Un po’ per l’alternanza con un Abraham davvero brutto negli ultimi tempi, un po’ perché l’inglese ha ancora quella spalla destra che gli fa male, dopo l’infortunio di Udine. E rischiare qualcosa non sarebbe neanche un granché intelligente da parte sia dell’attaccante inglese, sia del club giallorosso.

Spazio al Gallo, dunque, che finora ha fatto due apparizioni con la maglia giallorossa, giocando gli ultimi dieci minuti della partita interna con il Monza (dove ha rischiato anche di fare gol quasi subito) e il secondo tempo di Udine (dove si era guadagnato un calcio di rigore netto, non concesso a causa di un precedente fuorigioco). Sono state le prove generali, anche se Mou ha detto esplicitamente che Belotti ancora non è pronto per giocare una partita intera (a causa di una preparazione fatta da solo).

E allora facile che il Gallo in Bulgaria giochi magari 60-65 minuti, per poi lasciare il campo a qualcun altro, soprattutto se il risultato dovesse essere in cassaforte. Per lui quella con il Ludogorets sarà comunque una gara speciale e non solo perché sarà la prima dal via con la maglia della Roma, che comunque già di per sé ha un suo valore dal punto di vista emozionale. Ma perché – appunto – sarà il suo debutto ufficiale in Europa.

Tre estati fa, infatti, Belotti guidò il Torino nel sogno di sbarcare ai gironi di Europa League. Sei partite in cui fu di fatto il trascinatore, con sei marcature personali che aiutarono i granata a superare prima gli ungheresi del Debrecen (3-0 e 4-1) e poi i bielorussi dello Shakhter Soligorsk (5-0 e 1-1), senza però riuscire a superare infine lo scoglio degli inglesi del Woverhampton (doppia sconfitta per 3-2 e 2-1), dove tra l’altro giocava Rui Patricio, suo attuale compagno di squadra nella Roma. Quello era l’ultimo ostacolo verso i gironi. Il Gallo ci rimase male, deluso. Adesso ha l’occasione per rifarsi e provare a riprendersi un po’ di quello che si è perso per strada allora.

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Toccherà a lui, dunque, che andrà subito a caccia del suo gol numero 144 da professionista (in 358 partite). Del resto, quella di guidare per la prima volta l’attacco romanista è anche una responsabilità, considerando che la Roma in Europa va a segno regolarmente da 27 partite (è la striscia aperta più lunga per una singola squadra considerando tutte le competizioni europee). E che non intende certo fermarsi in casa del Ludogorets, che con l’Europa League non ha poi un rapporto eccezionale (nelle ultime 18 partite ha portato a casa solo 4 pareggi, perdendo ben 14 volte).

Ma cosa cambia con Belotti al centro dell’attacco romanista rispetto ad Abraham? Il Gallo è sicuramente un centravanti più da combattimento se paragonato all’attaccante inglese, aspetto che può pesare in un campo difficile come quello bulgaro (dove tra l’altro farà anche molto freddo) della Ludogorets Arena.

Belotti però non andrà solo a fare a sportellate al centro dell’area avversaria, ma cercherà anche di attaccare la profondità, fattispecie che gli riesce meglio rispetto ad Abraham, che in questo inizio di stagione ha giocato più di sponda e spalle alla porta. Se poi il cambio di riferimento offensivo dovesse funzionare, non è detto che non possa anche mettere qualche dubbio in più nella testa di Mou. Insomma, Abraham resta il titolare, anche per i 27 gol dello scorso anno. Ma se non invertirà la tendenza nel suo rendimento, chissà che il Gallo non possa affiancarlo nelle gerarchie. O magari passarlo anche…

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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