ULTIME NOTIZIE AS ROMA ABRAHAM – Ieri scherzava nello spogliatoio giallorosso, dando il benvenuto ad Ainsley Maitland-Niles. «Mio fratello mi ha raggiunto a Roma», le parole di Abraham sul nuovo arrivato in casa giallorossa. Oggi, però, non ci sarà da scherzare, perché Mourinho punta a battere la Juventus puntano molte delle sue fiches proprio su di lui, su Tammy Abraham, scrive La Gazzetta dello Sport.
Che, tra l’altro, avrà il compito di reggere sulle spalle l’attacco giallorosso, considerando la probabile indisponibilità di Zaniolo (al suo posto dovrebbe giocare Mkhitaryan in appoggio, ma Mou potrebbe optare anche per uno tra Shomurodov e Felix). Sarà un esame per Tammy, per capire se può incidere anche nelle partite pesanti, quelle da dentro o fuori. Già, perché quella di oggi pomeriggio è probabilmente l’ultima grande occasione che ha la Roma per restare ancora nella scia della Champions.
La stagione di Abraham finora è stata buona, i numeri del resto parlano chiaro: 13 gol in 25 partite totali (lo scorso anno, al Chelsea, ne segnò 12 in 32 gare), con l’aggiunta di quegli 8 pali colpiti tra campionato e Conference League. Insomma, l’impatto del centravanti inglese sul campionato italiano è stato positivo, anche se c’è qualcosa che manca per la vera consacrazione.
Non tutti sono convinti del suo reale valore, anche in considerazione del costo altissimo che la Roma ha dovuto affrontare per portarlo a casa (40 milioni di euro più 2 di bonus, a cui aggiungere un ingaggio di circa 6 milioni di euro annui). Un costo che potrebbe essere un fardello pesante da cui volersi liberare, magari decidendo una partita importante come quella di oggi. Ad Abraham manca qualcosa per convincere davvero la piazza fino in fondo e lui va a caccia di quel qualcosa già stasera.
Del resto, Abraham da quando è a Roma ha trovato proprio in Mourinho il suo principale alleato. L’allenatore portoghese gli ha dato fiducia incondizionata, facendolo giocare sempre e comunque, anche a prescindere dalle sue condizioni fisiche. Una fiducia totale, perché Mourinho ha capito che il gigante inglese proprio di quella ha bisogno. «Mi vuole più cattivo – ha detto Tammy in un’occasione -. In campo devi avere carattere, spaventare i difensori, quasi come un mostro». Ecco, probabilmente Abraham deve crescere davvero proprio qui: nella cattiveria agonistica, nella personalità e nel carattere, limando quegli atteggiamenti un po’ «bambineschi» che ancora si porta dietro.
E magari lo aiuterà anche avere da oggi in poi vicino un amico vero come Maitland-Niles. I due a Londra si frequentavano spesso, ma non hanno mai giocato insieme (se non due volte in Nazionale, nel 2020). «Tammy è un ragazzo fantastico, nei giorni scorsi ci ho parlato spesso – ha detto l’ex Arsenal – Mi ha raccontato quanto fosse grande la Roma, ha voluto fortemente che venissi qui, dove voglio dimostrare di essere un grande giocatore».
Insomma, Abraham nei giorni scorsi ha lavorato un po’ anche da dirigente, convincendo Maitland-Niles ad accettare l’opportunità giallorossa. Per un ruolo dietro la scrivania, però, ce n’è di tempo da aspettare, considerando la sua giovane età (appena 24 anni). Prima Tammy deve riuscire a vincere la sua sfida personale: mettere le ali alla Roma e conquistare anche gli scettici, quelli che pensano a Pruzzo, Voeller, Batistuta e Dzeko e non vedono in lui una possibile continuità con il passato dei grandi centravanti giallorossi.
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