AS ROMA NEWS LECCE ABRAHAM – Quello che conta alla fine, è sempre la prospettiva con la quale si guardano le cose. Perché ad essere severi, 4 sconfitte in 11 partite stagionali, il terzo posto nel girone non proibitivo di Europa League e il sesto in serie A, lascerebbe spazio a più di qualche naso arricciato, scrive Il Messaggero.
Poi però anche stasera l’Olimpico presenterà il solito colpo d’occhio, con oltre 60mila persone pronte ad incitare con entusiasmo la Roma. Dov’è l’errore o, se preferite, l’anomalia? Semplicemente non c’è. Perché se è vero che torturando i numeri abbastanza a lungo, questi saranno sempre pronti a confessare qualsiasi cosa, analizzando la situazione da un’angolazione diversa, ci si rende conto che Mourinho vincendo contro il Lecce si ritroverebbe ad un punto dal Milan, allungherebbe +4 sui nerazzurri e a +6 sulla Juventus, trovandosi in piena zona Champions, molto vicino al Napoli dei miracoli. E questo nonostante gli infortuni a catena, il gioco che non decolla e i sali e scendi di almeno 4 interpreti che stanno condizionando l’avvio stagionale.
Perché a fronte di un Dybala che segna con continuità (6 gol in 10 partite) e di uno Smalling che si conferma lo sceriffo buono ma insuperabile del reparto difensivo, José si ritrova con l’asse formato da Rui Patricio, Spinazzola, Zaniolo e Abraham che fatica a sorreggere il peso della squadra.
Il portoghese sta vivendo una fase di appannamento che lo ha portato a sbagliare clamorosamente in almeno un paio di occasioni a Udine e a Milano contro l’Inter, non apparendo nemmeno esente da responsabilità sul gol dell’altra sera di Rodriguez in Europa League. In serie A ad oggi, è il peggior portiere nel coefficiente tra difficoltà dei tiri ricevuti e i gol subiti, con l’aggravante che nonostante la Roma continui a concedere poco, subisce troppe reti (12) rispetto ai tiri nello specchio (28) degli avversari.
Poco davanti a lui, Spinazzola, non più tardi di un paio di settimane fa, ha ammesso candidamente come gli manchi “ancora l’appoggio e la velocità”. Non poco, considerando lo strapotere al quale aveva abituato Leo sulla fascia sia nella Roma che in Nazionale. Anche perché se poi non riesce a sfondare, arrivando sulla linea di fondo, dietro la marcatura non è mai stato il suo forte (e il secondo gol del Betis di Luiz Henrique ne è la conferma).
Il discorso scivola via velocemente sull’attacco. Due dei tre componenti del tridente offensivo faticano. Zaniolo in campionato è fermo ormai al 23 gennaio, doppietta contro l’Empoli. E all’Olimpico, per vederlo festeggiare in serie A, bisogna tornare indietro addirittura ai tempi di Fonseca, 1071 giorni fa (contro il Napoli, 2 novembre 2019). Tanti, troppi anche se giustificabili, in parte, considerando i due terribili infortuni ai crociati. Abraham invece è la controfigura di se stesso.
Quello che preoccupa è che oltre al gol sembra aver smarrito quel sorriso contagioso che regalava sempre la sensazione di un ragazzo che si stesse divertendo mentre giocava. E anche nella passata stagione, nonostante le 27 reti finali, non è che sia stata sempre rose e fiori. Ci sono stati periodi nei quali la palla non voleva saperne di entrare in porta ma l’inglese suppliva con una voglia, una tenacia, una determinazione che ora sembra aver smarrito.
La sua flessione, sommata a quella di Nicolò, porta la Roma ad aver dimezzato quasi la vena realizzativa rispetto alla passata stagione. Un anno fa, dopo 8 giornate, i giallorossi viaggiavano ad una media di due reti a partita (16). Ora questa è scesa quasi alla metà considerando i 10 centri (media 1,25). Chissà che non sia un buon viatico, incrociare nuovamente il Lecce. Soprattutto per Tammy.
Nella passata stagione il centravanti di Camberwell segnò ai salentini in coppa Italia. L’augurio è che possa ripetersi e così sbloccarsi. Anche lui, come Zaniolo, non va a segno dalla trasferta di Empoli, ma fortunatamente da quella dello scorso 12 settembre. Calendario alla mano, è comunque un mese. Un po’ troppo per uno come Tammy.
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