Rassegna stampa
Roma, adesso Friedkin forza la mano per spingere Pallotta all’addio
NOTIZIE CESSIONE AS ROMA FRIEDKIN – Friedkin ci riprova. I numeri non cambiano. Sono le condizioni apparentemente ad essere diverse: 490 milioni (ai quali poi aggiungerne altri 85 nelle casse del club come aumento di capitale riservato) ma con l’esborso tutto cash e senza condizioni. Dieci giorni di tempo per valutare la nuova proposta.
Sono questi i parametri del nuovo assalto. I dubbi che possa andare in porto esistono e off record vengono avanzati anche dalle persone che gravitano vicino al dossier. Il problema infatti non è tanto nelle modalità della proposta ma sul quantum. Pallotta (per ora) ritiene i 490 milioni (defalcati dagli ulteriori 85 poi destinati al club) non sufficienti.
E ora, alla luce di quanto sta accadendo sul versante stadio, il suo intento è quello di resistere. Il motivo è chiaro: ci fosse il via libera a Tor di Valle, l’inevitabile svalutazione alla quale è andata incontro la società nel post-Covid verrebbe azzerata e la quotazione del club tornerebbe a lievitare.
Senza contare che Jim conta di avere a breve delle opzioni sul tavolo: Baldini si sta occupando in prima persona di un gruppo sudamericano mentre Baldissoni – coadiuvato da un esponente di spicco della politica italiana fine anni ‘90 – si sta muovendo sul versante dei paesi arabi. È chiaro che così facendo Pallotta si sottopone a grandi rischi.
Perché se è vero che il Decreto Liquidità ha permesso a lui e ai suoi soci di posticipare il completamento dell’aumento di capitale al 31 dicembre, è altrettanto chiaro che i 42 milioni che mancano per arrivare a quota 150 non bastano. Contemporaneamente bisognerà far fronte anche alle esigenze di cassa (che per questi primi mesi sono stati risolti con un’operazione di factoring di 26 milioni sugli incassi futuri del botteghino). E da Trigoria il fabbisogno è quantificato in non meno di ulteriori 20 milioni.
Tradotto: entro la fine dell’anno, il presidente giallorosso dovrebbe immettere altri 60 milioni alzando così inevitabilmente l’asticella del prezzo del club. Questo, sempre che alla dirigenza in loco riesca il piano di rientro sul mercato che prevede almeno un centinaio di milioni di plusvalenze, preservando – con l’input ricevuto – i gioielli Pellegrini e Zaniolo.
Rosa alla mano – oltre a Under, Kluivert, Schick, Florenzi, Diawara, almeno una decina di esuberi e le entrate delle cessioni di Defrel e Gonalons (rispettivamente 9 e 4 milioni ma che hanno fruttato 1,1 e 2milioni di plusvalenza) – nessuno è certo di restare. Una situazione a dir poco ingarbugliata che ha portato la Covisoc – in una lettera recapitata nei scorsi giorni a Trigoria – a convocare il Ceo Fienga.
Le perplessità della commissione di vigilanza della Figc sono relative al fatto di non intravedere continuità aziendale se non verrà completato l’aumento di capitale. Tesi rinforzata dalla stessa semestrale giallorossa, con «un richiamo relativo a dubbi significativi sulla continuità aziendale». Ad alto rischio, ha sintetizzato la stessa Roma.
(Il Messaggero)
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