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Rassegna stampa

Al 70′ comincia un’altra partita: Belotti sbaglia, Matic firma il pari

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AS ROMA NEWS TORINO – Gli ultimi venti minuti di Roma-Torino sono la sintesi della (quasi) mezza e pericolante stagione della Roma: con Dybala è una squadra, senza un’altra, e pure lontana parente della prima. La formazione di Mourinho, davanti a un Toro che non è certo venuto all’Olimpico per alzare le barricate, mostra i suoi enormi limiti di gioco e di idee, scrive Il Messaggero.

Non c’è un guizzo, si vaga per il campo in attesa che qualcosa succeda. Ma i granata di errori ne commettono pochi. Abraham è rifinito nel torpore, Zaniolo viene inghiottito presto, il giovane Volpato è, appunto, giovane e da lui non si può pretendere mica la luna. Pellegrini è in panchina ma per onor di firma e là davanti è totale anemia tecnica. Le occasioni della Roma sono spessocasualio figlie di calci piazzati, che assumono traiettorie discutibili quando non è Lorenzo a calciarli. 

Mancini sfiora il gol di testa su azione da angolo, Zaniolo calcia alle stelle da buona posizione dopo un break di Camara, bravo a rubare palla e a ribaltare l’azione. Il guineano si impegna, ha il motore accesso, ma se spesso viene affidata a lui la palla del primo possesso, vuol dire che c’è un problema. Ecco, etorniamo al discorso iniziale: lì ci doveva stare Wijnaldum e la Roma ce lo ha avuto solo per dodici minuti, nella prima con la Salernitana. Praticamente mai. Di Dybala sappiamo, è storia più recente.

Prima di quei due squilli romanisti, è sempre il Toro a gestire il gioco: arriva primo sulla palla, vince contrasti, si presenta da Rui Patricio prima con Vlasic, poi con Sanabria e infine con Miranchuk che ha la mira storta per fortuna di Mou. La Roma rischia – al minuto 25 – di trovarsi in vantaggio, sul finire del primo tempo, per un rigore concesso e poi tolto dopo il consulto al Var (Nasca) da parte di Rapuano per un fallo di mano di Ricci, che prima del fattaccio sfiora la palla di testa. Nella ripresa non cambia lo spartito, è sempre il Toro a comandare il gioco e non servono i cambi di Mourinho che con i “nuovi” El Shaarawy e Matic non ottiene quella scossa di cui aveva bisogno. 

Linetty sfrutta una bella palla di Singo e infila di testa Rui Patricio. L’Olimpico, stanco, fischia, la squadra di luric sfiora il raddoppio con Sanabria. La Roma riprende aria con l’ingresso di Dybala, accompagnato da Belotti e dal giovane esordiente Tahirovic, che farà in tempo a farsi ammonire. Paulo è tutto. Calcia in porta, sfiora il gol, si procura il rigore, che stavolta non va a calciare come contro il Lecce, quando su quel tiro ha rimediato la lesione al flessore, inguaiando se stesso (ha rischiato di saltare il Mondiale) e la Roma, che da quel giorno (9 vittorie) ha battuto solo Sampdoria e Verona, le ultime della classe, ha pareggiato con Sassuolo e Torino e ha perso il derby e con il Napoli.

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Oggi la classifica piange e saranno 52 giorni di passione fino a quando si tornerà a giocare: la Roma chiude l’anno al sesto posto in coabitazione con l’Atalanta, ormai in caduta libera. L’Inter è ripartita e non si ferma più, così come il Milan, sempre in alto. La Lazio resta una concorrente seria e pensare al quarto posto, nonostante la distanza non sia esagerata è comunque complicato. Di scudetto, meglio non parlare: il Napoli è a più quattordici. 

Mourinho negli ultimi venti minuti si va a meritare il pareggio e salva la faccia. Pari che non arriva su calcio di rigore concesso per fallo di Djidji su Dybala: Belotti toppa calciando sul palo esterno (decimo penalty fallito su 36), ma con una bordata di Matic, che va a prendersi la respinta di un tiro finito sulla traversa, guarda caso di Dybala. Un punto. troppo poco, ma di questi tempi, meglio di niente.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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