Alisson Becker gioca nel Brasile ed è panchinaro nella Roma. Wojciech Szczesny, titolare nelle ultime tre partite della Roma, è rimasto a guardare ieri nella gara che la Polonia ha pareggiato contro il Kazakistan. Nella Roma portieri in altalena, con il brasiliano che nell’inverno scorso ha accettato le offerte del club giallorosso sapendo di giocare titolare e Szczesny che è stato prestato per il secondo anno consecutivo dall’Arsenal e che sapeva, al momento di tornare, che sarebbe partito da dove era rimasto: titolare indiscusso nella squadra di Spalletti, che ha fortemente voluto la sua conferma.
ALTALENA Alisson era partito bene. In ritiro a Pinzolo e nella tournèe americana ha avuto modo di farsi apprezzare dal tecnico, che lo conosceva poco. Esplosività tra i pali, coraggio, personalità, qualche lacuna nel gioco con i piedi. E’ stato titolare in tutte le amichevoli (quando Szczesny non era ancora tornato) e anche nella trasferta di Oporto, con il polacco rientrato in giallorosso da pochi giorni. Dalla partita successiva Szczesny ha ripreso il suo posto da titolare. E dovrebbe mantenerlo anche alla ripresa del campionato. Spalletti finora ha sempre detto che i due portieri sono sullo stesso piano e che devono abituarsi ad essere scelti di partita in partita. Dopo il pareggio di Oporto Alisson è andato sempre in panchina. «Ma sono tranquillo», ha dichiarato il portiere nella conferenza stampa della Nazionale brasiliana. E non è affatto rassegnato al ruolo di riserva: «Ho affrontato il cambio di club e di stile di gioco in maniera molto naturale, come è sempre successo nella mia vita. Mi sto impegnando molto in allenamento, quando un portiere non gioca deve rimediare con il lavoro svolto con il gruppo, nelle partitelle. Anche se manca il ritmo-partita, se chiamato in causa, il portiere non deve compromettere la partita e deve farsi trovare pronto», ha aggiunto. Da mercoledì o giovedì tornare ad allenarsi a Trigoria, con gli altri nazionali, compreso Szczesny.
DUE NUMERI UNO Spalletti dovrà gestire due numeri uno, dal punto di vista umano molto diversi uno dall’altro. Il polacco vanta maggiore esperienza e si fa preferire per saper giocare bene con i piedi, caratteristica fondamentale secondo Spalletti. Alisson è l’ultimo rappresentante della grande scuola di portieri brasiliani, il suo modello è stato Dida. Rappresenta un investimento importante per la Roma, che lo ha pagato sette milioni. A differenza di Szczesny, che è in prestito e quasi sicuramente non sarà riscattato dalla società giallorossa. Durante il precampionato Alisson ha fatto registrare notevoli progressi, tanto da meritarsi i complimenti di Spalletti: «Alisson ha fatto vedere di essere cresciuto nella gestione con i piedi, di essere forte tra i pali per la sua prestanza fisica e agilità. Ci sarà una gerarchia perché è sempre stato così, ma poi si attraversano momenti, quando due sono forti sanno farsi trovare pronti settimana dopo settimana, le partite sono davvero tante». Quel posto Alisson vuole riconquistarlo, dando tutto in allenamento. Szczesny quando è tornato ha trovato la maglia numero uno libera nello spogliatoio. Quasi un presagio, quel regalo di Lobont per il collega polacco che aveva imparato ad apprezzare nella passata stagione. Szczesny probabilmente si sente di passaggio alla Roma, ma è tornato con l’intenzione di vincere un trofeo per lasciare un buon ricordo.
(Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo)
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