(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Caccia ai prossimi cinque, ormai si viaggia così: mezza squadra alla volta, vince il turno e finché vince la Roma, perché smettere di cambiare? Peres, Jesus, Gonalons, Pellegrini e Defrel: alzatevi, tocca a voi. Il giro di ruota di Di Francesco arriva fino a Baku: appuntamento all’alba a Trigoria, partenza alle 8 per l’Azerbaigian, c’è una Champions da azzannare, ci sarà tempo per pensare al Milan. La legge del turnover non passa di moda, non è stata mica abrogata: per la quarta gara consecutiva – dopo Verona, Benevento e Udinese – la Roma cambierà profondamente faccia. Sarà così fino a Natale, è bene farci l’abitudine. Cinque variazioni sul tema, appunto, rispetto al match precedente: due quinti in difesa, una pedina in avanti e altre due nel cuore della Roma.
GIOVENTÙ – Si chiama gestione delle forze, se possibile in questa settimana ancor più accentuata da una trasferta non agevole dal punto di vista logistico – tanto che la squadra dormirà a Baku anche dopo il match – e da una partita, domenica sera a San Siro, che vale come un passaggio non banale in campionato. Di Francesco allora ha bisogno della Roma tutta. E di un’altra prova di forza del centrocampo, in tempi non sospetti considerato il reparto più completo e meglio assortito dell’organico. Stavolta a uscire saranno De Rossi e Strootman, la combinazione dovrebbe produrre un centrocampo mai visto finora: Gonalons in mezzo, Nainggolan e Pellegrini ai lati. Quarto terzetto per sette partite, il segnale di quanto Di Francesco consideri centrale l’alternanza dei giocatori, convinto com’è della qualità di base dell’organico. Qualità che non può non avere la faccia di Lorenzo Pellegrini, che in Azerbaigian farà il suo esordio dal primo minuto in Champions. Lui che stupì giovanissimo l’Europa con un gol da favola al Manchester City, in Youth League. Lui che sabato con l’Udinese è rimasto a riposo, dopo esser stato uno dei più positivi con Verona e Benevento: indizio che non può esser sottovalutato.
ESPERIENZA – Indizio che vale pure per Gonalons, se conta il ragionamento per cui De Rossi va considerato in pole per San Siro e immaginarlo titolare per tre partite in una settimana diventa complicato. E allora spazio a Gonalons, uno a cui devi spiegare poco di come si affronta un match internazionale. Con il Lione ha giocato 60 volte tra Champions ed Europa League. E nel suo primo anno nella massima competizione – era il 2009-10 – arrivò subito in semifinale, eliminato solo dal Bayern. Esperienza sufficiente per affidargli la regia di un’altra Roma, la faccia di un’altra rivoluzione. Fin qui la serie dei cinque cambi ha sempre prodotto una vittoria. A Baku cercasi conferme.
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