Tra la Roma e Antonio Conte non è una questione di soldi, o almeno non solo di quelli. Che l’ex tecnico del Chelsea sia in cima alla lista dei desideri della società giallorossa e di James Pallotta non è (più) un segreto. Nelle settimane scorse c’è stato più di un contatto tra il tecnico e la dirigenza romanista, l’ultimo con Francesco Totti, che in questa operazione potrebbe avere un ruolo determinante.
L’idea di Conte è quella di lasciare un segno indelebile, e che per riuscirci ha due possibilità: o vincere la Champions o portare un trofeo importante in una piazza in cui non si vince da tantissimo tempo. La Roma, nonostante lo scorso anno sia arrivata in semifinale di Champions League, risponde alla seconda ipotesi, mentre per la prima la soluzione più naturale, tra le piazze che potrebbero essere libere a fine stagione, sarebbe il Bayern Monaco. Che infatti è, insieme all’Inter, una seria pretendente.
Negli incontri precedenti, avuti con il consulente Franco Baldini e il vice presidente Mauro Baldissoni, prima ancora di discutere l’ingaggio (offerto un contratto triennale a 9,5 milioni netti a stagione, staff escluso e del quale – tra gli altri – potrebbe faree parte il preparatore atletico Paolo Bertelli), Conte e la Roma si erano illustrati i rispettivi programmi. Da una parte la società ha spiegato che proverà a svecchiare la squadra e ad abbassare il monte stipendi, dall’altra Conte ha voluto delle informazioni sul futuro di alcuni calciatori, che reputa fondamentali: Dzeko, per cui ci sarebbe un’offerta di 20 milioni di euro da parte del Lipsia, Manolas, che piace tantissimo alla Juventus e ha una clausola di 36 milioni di euro e Cengiz Under. Ma ha anche chiesto un investimento sul prossimo portiere, che non sarà Olsen.
(Corriere della Sera)
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