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Rassegna stampa

Roma, allungo per l’Europa. Pessina non basta al Verona

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NOTIZIE ROMA-VERONA 2-1 – Indicazione per i possibili acquirenti: questa Roma, che faticosamente sta rinascendo dalle ceneri delle proprie ambizioni, forse varrebbe la pena di uno sforzo economico, perché un futuro interessante potrebbe averlo. Non è un caso che arrivi alla terza vittoria di fila e tenga a distanza Milan e Napoli perché, pur soffrendo, batte un buon Verona, con un 2-1 santificato dalle reti di Veretout su rigore, Dzeko e Pessina.

In avvio Fonseca cambia 4 titolari rispetto alla trasferta di Brescia (Lopez, Spinazzola, Mkhitaryan e Dzeko), mentre Juric solo 3 (Empereur, Zaccagni e Verre). Ciò che il tecnico gialloblù non si aspetta, però, è che fra quelli confinati in tribuna ci sarà presto anche lui. L’assai dubbio rigore concesso da Maresca all’8’ per fallo di Empereur su Pellegrini, infatti, fa scatenare il tecnico, che parrebbe dire: «Guarda che banda che siete! Senza vergogna».

Prima giallo, poi rosso e quindi saluti. In tribuna, comunque, il croato darà spettacolo, gridando consigli. D’altronde ce n’è bisogno, visto che Kumbulla si fa male in fretta ed entra Dimarco, che va a sinistra, spostando Lazovic a sinistra e arretrando Faraoni sulla linea di difesa. Il Verona non si muove affatto male, con Verre falso nove ad aprire spazi e Pessina e Zaccagni bravi ad infilarsi negli spazi, muovendosi in buona sincronia sulle rispettive catene con Lazovic e Dimarco.

In regia, pur controllato quasi a uomo da Veretout, si abbassa Amrabat, che gestisce palla sempre bene, tranne quando esagererà alla fine del primo tempo. Sarà sua infatti la palla persa che innescherà il cross di Spinazzola e il raddoppio di Dzeko. Fino a questo momento, dire che il Verona gioca meglio non è un bestemmia (e il possesso palla è al 67%), ma a indirizzare la gara è stato il rigore iniziale di Veretout, che costringe i veneti ad avanzare il baricentro, lasciando praterie alle ripartenze giallorosse.

E’ la Roma, perciò, che ha le occasioni migliori. All’inizio è Mancini che tira alto da ottima posizione (5’), mentre dopo è Gunter a salvare su Spinazzola (14’). Al 28, quindi, Mkhitaryan cavalca in solitario e il suo tiro, deviato da Silvestri, finisce sul palo interno. Morale: il gran lavoro del Verona produce poco a livello di conclusioni, ma tanto a livello di proteste, con i gialloblù che chiedono il penalty al 7’ per un presunto fallo di Lopez in uscita su Zaccagna e poi al 26’, quando un tiro di Verre colpisce la mano di Dzeko in area, ma in entrambi i casi l’impressione è che Maresca abbia visto bene, mentre non lo aveva fatto all’inizio in uno scontro tra il bosniaco e Kumbulla, in cui dà fallo in attacco. Così, si arriva al finale di tempo, col Verona che perde palla in uscita e, come detto, viene puntata da Dzeko, che si arrampica a 105 gol in giallorosso.

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Il Verona però non molla, così l’inizio ripresa comincia con gli ospiti che accorciano le distanze al minuto 2. Zaccagni si libera di Mancini e crossa rasoterra dove Pessina fa un gran numero e anticipa Kolarov. Il paradosso comunque è dietro l’angolo, visto che la squadra di Juric continua a tenere il pallino del gioco in mano, ma le occasioni più ghiotte sono tutte giallorosse, con Dzeko che spara alto da ottima posizione due volte (13’ e 29’), Mancini che impegna Silvestri (23’) e soprattutto con Mkhitaryan, servito da Pellegrini, che conclude a porta vuota, ma Lazovic salva a porta vuota (20’).

In generale, la Roma non subisce vere occasioni, ma soffre fino al termine il solito buon Verona. La tensione, infatti, si evidenza chiara nel battibecco in campo fra Mancini e Zaniolo, col primo che accusa il compagno di non rincorrere gli avversari, cosa che poi in tv confermerà anche Veretout. Insomma, niente di grave, ma spia di una sicurezza ancora da trovare.

(Gazzetta dello Sport)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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