Luciano Spalletti, allenatore della Roma

In sei anni di gestione made in Usa ha cambiato cinque allenatori e mezzo. L’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio – dopo quelle ai preliminari di Champions League (Porto) e in Europa League (Lione) – può azionare l’ennesimo cambio di panchina per la prossima stagione? Spalletti, contratto in scadenza a giugno, ha più volte ripetuto «rimango soltanto se vinco un titolo». Detta così, resta solo lo scudetto, da sottrarre alla Juve che viaggia a +6 a 8 giornate dalla fine.

Il problema numero uno è: la Roma può permettersi di aspettare ancora le decisioni del suo allenatore? E se sì, fino a quando? Il problema numero due è: può un club importante sembrare prigioniero del volere di un suo stipendiato? Chi deve avere l’ultima parola sul contratto e sulla tempistica per firmarlo?

Tra i nomi italiani piace soprattutto quello di Gian Piero Gasperini, artefice del miracolo Atalanta. Roberto Mancini, che sarebbe disposto a tagliarsi l’ingaggio, restando sui 3 milioni che percepisce Spalletti, resta un candidato. Vincenzo Montella è soprattutto un nome caro alla piazza – e di sopraffina qualità tecnica – ma nel recente passato è stato sedotto e abbandonato dai dirigenti giallorossi. Le ipotesi straniere vanno da Emery (Psg) a Sampaoli (Siviglia), da Pochettino (Tottenham) a Valverde (Athletic Bilbao), con la possibile sorpresa Pellegrini, da strappare ai milioni dei cinesi dell’Hebei.

Capitolo mercato: Tra i giocatori che al futuro ds Monchi piacerebbe portare a Roma ci sono Torreira (Samp), Krychowiak (Psg), Lenglet (Siviglia) e il giovane argentino Ascacibar (Estudiantes). Ma ha usato le settimane scorse per studiare a fondo anche il mercato italiano. E Spalletti? Ieri ha parlato con la squadra, chiedendo un ultimo sforzo per chiudere al massimo la stagione.

(Corriere della Sera)



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