(Il Messaggero – U. Trani) La Roma, dopo il pari di Marassi contro il Genoa, concede il bis anche al Bentegodi contro il Chievo. Cosi, negli ultimi 2 viaggi in campionato, perde 4 punti preziosi che, insieme alla partita da recuperare contro la Sampdoria, avrebbero fatto comodo per risalire la classifica e avvicinare la vetta. Lo 0 a 0 di Verona, insomma, rallenta la rimonta dei giallorossi che in questa trasferta pagano la poca efficacia in attacco. Delle punte, tra l’altro al completo in campo (eccetto Defrel). E anche degli altri. Non basta la prima da titolare e da centravanti di Schick. E nemmeno il tandem di lusso, con l’ingresso di Dzeko e lo spostamento a destra del compagno. Nessun gol, dunque. Come contro il Napoli, nel ko all’Olimpico del 14 ottobre. Di Francesco si tiene stretto il gioco, ma boccia la squadra nella finalizzazione. Non fa niente che ha fatto cilecca solo in 2 match del torneo (4 stagionali, contando i 2 ininfluenti contro l’Atletico Madrid). C’è da migliorare, per restare in scia delle 3 che sono davanti. Dopo il pari allo Stadium tra la Juventus e l’Inter e quello al San Paolo tra il Napoli e la Fiorentina, il rimpianto è triplo.
ESIBIZIONE A META’ – La prestazione della Roma è stata comunque sufficiente, con più di 2 mila tifosi a spingere come all’Olimpico e a ricordare Fiorini (Semo romani, ma romanisti di più: ciao Lando: striscione e coro, al 5′ minuto). Fare la partita, però, non è tutto. Il Chievo, con il solito 4-3-1-2, si è coperto, anche ricordandosi l’imbarcata di San Siro: 5 a 0, domenica scorsa. La differenza l’ha fatta Sorrentino, colpevole a Milano contro i nerazzurri e protagonista a Verona davanti ai giallorossi. Decisive le parate su Schick (primo e secondo tempo), Gerson (all’inizio) e Gonalons (nel finale). Maran ha replicato lo 0 a 0 del 5 novembre, sempre in casa, contro il Napoli. Di Francesco ha invece avuto il meglio dal suo gruppo solo nella ripresa. Decenti i primi minuti della partita, poi l’atteggiamento dei suoi giocatori non ha convinto fino all’intervallo. A parte Kolarov a sinistra, nessuno si è acceso con convinzione. Inesistenti Peres e Gerson a destra, discontinuo El Shaarawy e individualista Schick. Strootman e Nainggolan, per aiutare il centravanti, si sono spinti in avanti e hanno allungato il 4-3-3. A parte il gol che si è pappato Gerson, l’altro brivido è la traversa di Inglese dopo il difettoso controllo di Peres. Ha sofferto in quella fase anche Jesus, con i centrocampisti distanti dai difensori e quindi mai di riferimento. Non Fazio, regista più di Gonalons, nascosto nel suo guscio.
ASSALTO INUTILE – La rotazione, 5 novità dopo la vittoria contro il Qarabag, fino a quel momento non ha funzionato: insufficienti Peres, Jesus, Gonalons, Gerson e lo stesso Schick. Regalata la prima parte, proprio per il comportamento che non ha previsto nè il pressing nè il ritmo, non è stata sufficiente la disinvoltura mostrata nella ripresa. Le conclusioni verso la porta di Sorrentino alla fine saranno 26 (8 nello specchio), il record in A per le gare in trasferta. Anche Jesus ha avuto la palla buona: sprecata sul più bello, però. Sempre Kolarov sulla sua corsia a dettare legge. In proprio e per gli altri. Niente da fare. Di Francesco, allora, ha deciso di usare la panchina. Passa poco più di un’ora e inserisce Dzeko per Gerson. Schick finisce a destra. Maran risponde con Dainelli per Depaoli: fuori un centrocampista per un marcatore, con il terzino Cacciatore avanzato a centrocampo. Tocca a Perotti per El Shaarawy. E, a seguire, pure Under per Strootman. Ecco il 4-2-3-1, con Schick trequartista. Aumentano le punte, ma non le occasioni. Almeno la difesa rimane la migliore, con quelle dell’Inter e del Napoli: 10 gol subiti. E 11° clean sheet stagionale in 21 partite (8 su 15 in campionato). La Roma funziona, per ora, a metà. Come ha ammesso anche il suo tecnico.
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