Josè Mourinho

AS ROMA NEWS MOURINHO EUROPA LEAGUE – È stata una partita di grande sofferenza, ma alla fine la Roma è riuscita a conquistare la finale di Europa League, il 31 a Budapest dove affronterà il Siviglia. Un miracolo firmato da José Mourinho e dai suoi calciatori, alla seconda finale europea consecutiva dopo la vittoria della Conference League dello scorso anno, scrive il Corriere della Sera.

Una gara, quella col Bayer Leverkusen, tutta in salita, complicata dagli infortuni di Spinazzola e Celik, con Pellegrini ha finito la partita stringendo i denti. «Cerco sempre – le parole del capitano – di essere in prima linea quando c’è da prendersi delle responsabilità perché i miei compagni fanno affidamento su di me, io non mi tiro mai indietro, gioco per questo ed è il mio modo di sacrificarmi per loro».

È stata la vittoria del gruppo, ormai un marchio di fabbrica. «Possiamo migliorare in tante cose ma siamo un gruppo vero e questo non ce lo toglie nessuno. Sapevamo che loro sono una squadra forte, con individualità e palleggio, ci siamo messi lì e come una famiglia siamo riusciti a compiere una piccola impresa».

Per Pellegrini il merito è dello Special One. «Quando è arrivato Mourinho ci aspettavamo questo salto di qualità, lui è l’artefice di questa nostra mentalità. Il mister è diverso da tutti gli altri, sa farti capire l’importanza della partita, le prepara benissimo. Poi, certo, le gare sono sempre difficili ma quello che lui ci ha dato si vede in campo, soprattutto in Europa. La mia sensazione è che prima ci mancasse sempre un pezzettino per arrivare fino in fondo, in questo Mourinho ha fatto la differenza».

Il tecnico portoghese è raggiante. «La mia squadra – le sue parole – è questa: siamo attenti ai piccoli dettagli, non avessimo avuto Smalling disponibile magari non ci saremmo qualificati, visti i tanti infortuni che abbiamo avuto. Chi ci ha aiutati a recuperare Chris ha contribuito alla vittoria. Bove è un altro esempio, ha dato tutto in un ruolo non suo. Ci abbiamo messo esperienza, saggezza tattica, siamo stati dentro la partita, abbiamo nascosto i nostri problemi. Non so se posso chiedere qualcosa in più ai nostri tifosi, ma vorrei che lunedì sera facessero qualcosa di speciale per la squadra. La seconda finale consecutiva? La mia preoccupazione non è stare nella storia della Roma, ma aiutare i ragazzi a crescere e fare sempre il massimo per portare gioia a questa gente».

Sfida ricca di tensioni. «In questi momenti si sente una grande pressione, una grande gioia, non mi piace festeggiare in faccia ad un amico come Xabi Alonso. Tre italiane in finale in Europa è davvero fantastico, ma per noi Juventus o Siviglia cambia poco, noi volevamo arrivare in finale. Il Siviglia è fortissimo, hanno una grande esperienza, andiamo là a giocarcela».

Alla fine un pensiero per chi sta soffrendo. «Dedichiamo questa finale all’Emilia Romagna, forza perché nelle difficoltà bisogna trovare il meglio da noi stessi. È un momento di festa a Roma, ma non possiamo dimenticare chi sta soffrendo».



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