Patrik Schick

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini) Intrecci. Se il calcio fosse letteratura, si potrebbe dire che Eusebio Di Francesco, per la fascia destra, aveva bisogno di uno Francis Scott Fitzgerald e invece si è ritrovato un Ernest Hemingway. Meglio o peggio? Difficile dirlo. Da domani sera, comunque, forse ne sapremo di più. Patrik Schick, infatti, probabilmente ha una prosa calcistica senza le morbidezze dell’ autore di «Tenera è la notte», ma pare saper graffiare con l’asciuttezza di chi scrisse i «49 racconti». Una cosa però è certa: il ceco – che con la sua valutazione di 42 milioni è l’acquisto più costoso della storia della Roma – è pronto per l’esordio in Champions.

PEROTTI PROVA – Schick, infatti, per il momento nei tornei continentali ha all’attivo solo una manciata di minuti e 2 presenze in Europa League con lo Sparta Praga. Inutile dire, perciò, che l’attesa per lui sia enorme, anche perché «rischia» persino l’impiego da titolare. Tutto è legato all’impiego (o meno) dal primo minuto di Diego Perotti. L’argentino è reduce da una infiammazione al ginocchio che lo ha tenuto fuori dai convocati nella partita di venerdì contro la Spal. Vero che Perotti negli ultimi due giorni si è sempre allenato in gruppo, ma quanto meno la possibilità di una staffetta tra l’argentino e il ceco è Schick è probabile.

VERSO GLI OTTAVI – D’altronde, la partita sembra davvero perfetta per Schick. La vetrina internazionale è assicurata, il Qarabag è formazione non certo trascendentale (e ormai con nulla da chiedere alla classifica) e poi – per approdare agli ottavi di finale – basta vincere oppure persino perdere qualora l’Atletico Madrid non riuscisse a superare il Chelsea a Londra.

ADATTAMENTO – Insomma, l’ottimismo a Trigoria è palpabile, anche se Di Francescoovviamente invita i suoi ragazzi a non perdere di concentrazione, visto che il doppio pareggio del Qarabag contro la squadra di Simeone è un monito che accompagnerà i giallorossi fino al fischio finale della partita di domani. Al netto del risultato, comunque, è logico che Schick sarà l’osservato speciale. Le tre presenze accumulate finora in giallorosso, se sono state già sufficienti a confermare quanto di buono aveva dimostrato con la Sampdoria (13 le sue reti nella scorsa stagione), non lo sono state ancora per vedere come potrà andare la convivenza con Dzeko. Non nascondiamolo: Patrik è un attaccante centrale e non un uomo di fascia – la scorsa settimana lo ha ribadito anche Marco Giampaolo, il suo ex allenatore – ma ha qualità tali da consentire a Di Francescodi farlo partire da destra per poi accentrarsi e muoversi subito dietro o subito davanti a Dzeko. Morale: se l’innesto riuscirà, il volume di fuoco che sarà a disposizione della Roma nel prossimo futuro sarà enorme, così come la fisicità di un attacco sulla carta formidabile. Lo stesso Schick si è descritto così: «Sono mancino, ma mi trovo a mio agio anche sulla fascia destra. Preferisco il ruolo da numero nove, da centravanti, ma posso giocare anche esterno». Sincero, eppure pronto anche ad una nuova vita. L’importante è che l’esito sia sempre lo stesso: fare gol. La Roma lo ha preso per questo e Patrik già scalpita. Il Qarabag è avvisato.



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