Nostalgia della «vecchia» Roma: ritrovarla per ritrovarsi. Spalletti rispolvera le istruzioni con cui aveva riacceso il motore dei giallorossi nel gennaio scorso, quando tutto sembrava perduto e invece attraverso il gioco è tornato a funzionare, perché la stagione non è partita nel modo migliore, ma c’è tutto il tempo per correggere la rotta.
A partire da oggi alle 15, contro una Sampdoria che sembra aver già immagazzinato le lezioni di tattica di Giampaolo, stimatissimo amico del tecnico romanista: «Si vede la sua mano, nonostante la Samp fosse stata allenata da un altro grande allenatore come Montella, lui ha messo qualcosa di suo in più. Giampaolo – si complimenta Spalletti – riesce a plasmare la squadra, ad imprimere il suo modo moderno di vedere il calcio che passa attraverso delle misure».
Quelle che la Roma sembra non ricordarsi più: «Abbiamo perso la nostra distanza di squadra, non riusciamo ad essere corti e compatti come prima. È evidente questo dato già in 4 partite. La nostra qualità ci impone di non giocare solo a buttare la palla, dobbiamo lavorare da dietro: è questo che ti porta ad avere successo nel confronto con l’avversario durante la partita. Con il Cagliari abbiamo fatto pochi passaggi mirati e abbiamo avuto poca personalità. Se ci pressano deve essere un vantaggio per noi, se vengono nella nostra metà campo c’è spazio dietro la loro linea difensiva e dobbiamo andare a giocare lì. Dobbiamo farlo, sennò i giocatori non sono da Roma e io non sono un allenatore da Roma». Sono tutti sotto esame, Spalletti in primis, perché la palla è tornata a «bruciare»: «Si è rifatto come quando sono arrivato l’anno scorso, si perde la palla nel tentativo di giocarla e spesso abbiamo proprio rinunciato a farlo. Questo non mi garba e ora si deve ricominciare a fare quello che si è sempre fatto». Accorciare il campo è il primo step fondamentale, contro una Sampdoria a punteggio pieno non si può avere il «piedino»: «Dobbiamo giocare all’attacco e tenere palla nella metà campo avversaria, questa è la nostra qualità. In larghezza puoi stringere la squadra, ma il campo rimane sempre di 60 metri, in lunghezza da 110 lo puoi portare a 55. Soprattutto sull’inizio dell’azione puoi reggere la squadra corta. Dobbiamo fare dei passi in avanti, non siamo ancora bravi in questo».
Se Giampaolo promette una Sampdoria «sfrontata», Spalletti risponde con il tridente «pesante»: Dzeko riprenderà posto tra Salah e Perotti. In mezzo al campo alla fine dovrebbe rivedersi De Rossi, che con l’Italia ha subito un infortunio rivelatosi meno serio del previsto, per cui nel ballottaggio con Paredes ora il numero 16 è in vantaggio (sempre senza fascia). Anche perché la squalifica gli permetterà di riposarsi giovedì. Un problema all’adduttore ha invece fermato Vermaelen, out nella rifinitura: Juan Jesus dovrebbe sostituirlo (Fazio spera), con Florenzi e Bruno Peres esterni. «Alessandro può fare benissimo il terzino se siamo noi a comandare il gioco», è la benedizione di Spalletti, che continua ad avere l’unico dubbio tra i pali: Szczesny è davanti ad Alisson per ora. «Tutti – giura il tecnico – sono dispiaciuti per il pari col Cagliari, ma sanno quello che è il resistere che bisogna avere per arrivare alle vittorie».
Lo sa bene Allegri, che un anno fa di questi tempi era in fondo alla classifica: «Forse alla Roma – provoca Spalletti – si fa meno di quello che si fa in Nazionale o alla Juventus. Non so quello che fa il mio collega in allenamento, lo copierei volentieri visto che vince moltoà Ma noi abbiamo i nostri metodi di lavoro». E «un fuoriclasse» in panchina, parola di Giampaolo: «Spalletti ha sensibilità calcistiche fuori dal comune, parlare con lui ti permette di imparare sempre qualcosa». La lezione del giorno è attesa dal campo.
(Il Tempo – E. Menghi)
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