Si sarebbero potuti sfidare nelle arene a stelle e strisce, quelle che entrambi frequentano da tempo un po’ per la grandissima passione che hanno per il basket e un po’ per interesse, scrive La Gazzetta dello Sport.
Solo che Dan Friedkin nel 2017 ci è andato a un soffio dall’acquisto degli Houston Rockets (ma ha provveduto comunque con il suo gruppo a sponsorizzare l’arena texana), colpo che invece è riuscito a Stephen Pagliuca nel 2003, quando diventò co-proprietario dei Boston Celtics, franchigia che oggi ha un valore di circa 3,4 miliardi di dollari. E invece la prima, vera grande sfida la vivranno proprio oggi, all’Olimpico, quando si troveranno di fronte per la prima volta.
I Friedkin vogliono portare a casa i tre punti, è ovvio, anche per consolidare la posizione in classifica della Roma, agganciare in classifica l’Atalanta (che però deve recuperare la gara con il Torino) e sperare ancora di fare un passo importante in Europa. Del resto, in 19 mesi di Roma hanno già investito nel club 542,3 milioni di euro (e l’aria per il futuro non è certo salubre), senza avere indietro i risultati sperati. Almeno oggi, almeno nel presente.
La scelta di Mourinho è stata prorompente, ma anche di comodo per alcuni versi. Perché l’allenatore portoghese ha anche un carisma e un potere mediatico che cancella i tanti dubbi della piazza relativi al mutismo perpetuo della proprietà. I Friedkin non parlano (né Dan né Ryan, il figlio), non appaiono, non vogliono contatti con il mondo esterno, se non quello ridotto che ruota loro attorno.
Sono fatti così, qualche maligno li considera sociopatici, probabilmente sono solo molto discreti e amanti della propria privacy. Di certo però c’è che il rendimento della squadra non li soddisfa, anche se la fiducia in Mourinho è ovviamente totale. E una vittoria oggi non solo farebbe vincere la prima sfida diretta con Pagliuca, ma permetterebbe loro anche di continuare a segnare la Champions.
Dall’altra parte, il nuovo investitore americano dell’Atalanta è arrivato da poco. Ma quello di oggi sarà già il suo secondo derby con un connazionale nel calcio, dopo la sconfitta contro la Fiorentina di Rocco Commisso, giusto qualche giorno in seguito alla conferma dell’operazione con la famiglia Percassi. La voglia di rivalsa è tanta. Anche perché, dopo un periodo di appannamento dovuto alla grande emergenza infortuni, la squadra nerazzurra pare aver cambiato marcia.
Lo stesso Pagliuca ha confidato di recente di «credere ancora alla Champions». Atto dovuto: la Juve è a soli tre punti e la Dea ha anche una partita in meno. Ma il progetto del co-chairman del fondo Bain Capital è ovviamente a più lungo raggio. E almeno per ora vuole essere il meno invasivo possibile, con il mantenimento dei Percassi non solo con una fetta della società, ma soprattutto nella gestione dirigenziale del club.
Nelle prossime settimane, Pagliuca dovrebbe comunque sbarcare in Italia, per la prima volta vestendo ufficialmente la carica di co-proprietario dell’Atalanta. Una spinta in più per inseguire nell’immediato i traguardi sportivi, prima di pensare a come far crescere il brand sul mercato internazionale. Ecco, vincere il derby con i Friedkin può essere un primo, piccolo passo in entrambi i campi.
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