Daniele De Rossi

Due giocatori per ruolo, anzi qualcosa di più. Con i movimenti di gennaio la Roma non è improvvisamente diventata una squadra da scudetto ma è sicuramente più omogenea: considerando che in estate era stata costruita per giocare con il 3-5-2, i due rinforzi ottenuti da De Rossi negli ultimi giorni di gennaio possono favorire la definitiva virata sul 4-3-3. O sul 4-3-1-2 quando Abraham, che al nuovo allenatore piace moltissimo, tornerà al cento per cento dopo il terribile infortunio di inizio giugno, scrive il Corriere dello Sport.

La Roma è completa in difesa dove i centrali saranno addirittura cinque quando Smalling avrà risolto i problemi al ginocchio. Angeliño era esattamente il mancino di fascia che mancava e dovrebbe debuttare già lunedì contro il Cagliari, dal momento che è in buone condizioni atletiche. A destra invece, aspettando l’addio di Celik, rimangono due specialisti come Karsdorp e Kristensen.

Particolarmente ricco è anche l’attacco, impreziosito da Baldanzi che sarà inizialmente la riserva dell’idolo d’infanzia, Dybala. De Rossi in quella posizione aveva provato prima Zalewski (contro il Verona) e poi Aouar (a Salerno) ma non ha ottenuto grandi risultati. Da adesso, quando sostituirà il giocatore più forte, potrà disporre di un altro mancino talentuoso che gioca in modo simile: parte da destra e cerca le vie centrali per sfruttare il piede migliore anche se sabato scorso allo Stadium ha segnato nel modo opposto, con un rasoterra di destro, spostandosi da sinistra. I centravanti, nonostante la partenza di Belotti, sono due ed entro un mese potranno essere tre mentre a sinistra Zalewski, che per De Rossi non può giocare terzino, è una riserva valida per El Shaarawy.

Il reparto meno solido alla fine sembra il centrocampo, dove Renato Sanches non dà alcuna garanzia dal punto di vista fisico e dove manca una mezzala dinamica. Se Cristante e Paredes, come Pellegrini e Aouar, sono coppie di lusso, l’emergente Bove non ha una vera alternativa per caratteristiche. De Rossi potrà chiaramente giocare con Cristante e Paredes insieme e lasciare a Pellegrini il compito di rifornire gli attaccanti. Sarebbe una variante tattica, una specie di 4-2-3-1. Ma contro avversari molto aggressivi e veloci, un giocatore come Bove rischia di essere insostituibile per gli equilibri difensivi. Sono esperimenti che ovviamente De Rossi dovrà effettuare sul campo, a Trigoria, valutando gli avversari volta per volta. 

Ma la difesa a tre è adesso un demonio da esorcizzare? Assolutamente no. Tanto è vero che De Rossi ha chiuso con il 3-5-2 (o 5-3-2) tutt’e due le partite giocate da allenatore, per ritrovare stabilità e difendere il vantaggio. La sua idea è cominciare le partite con un difensore in meno per portare più giocatori nella metà campo avversaria, come gli hanno insegnato Spalletti e Luis Enrique. Ma De Rossi ammira anche lo stile di Antonio Conte, soprattutto nei metodi di lavoro. E così, quando lo riterrà opportuno anche in base ai giocatori disponibili, cambierà modulo: alla Spal era stato lui a portare la difesa a tre



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