Napoli-Roma 1-1

AS ROMA NEWS NAPOLIMourinho, a un anno (oggi) dallo sgarbo (esonero) del Tottenham, è sempre più padrone sulla panchina della Roma. Nella circostanza non si accontenta di difendere il suo quinto posto con il dodicesimo risultato utile in campionato (+ 2 sulla Fiorentina che ha però una gara da recuperare). Ha deciso che lo scudetto resterà a Milano, scrive Il Messaggero.

Il pari al Maradona fa scopa con quello dell’andata: 0-0 all’Olimpico, con i partenopei fermati dopo 8 successi di fila, 1-1 nel posticipo di Pasquetta sul Golfo. Sono 4 i punti tolti al Napoli. E in entrambe le partite avrebbe meritato di vincere. Spalletti, fischiato dal pubblico alla fine insieme con la sua squadra, proprio non riesce a battere lo Special One: sesto tentativo a vuoto.

La Roma conferma di essere assemblata a immagine e somiglianza del suo allenatore. Non stacca mai la spina e anche a Napoli raggiunge il pareggio all’ultimo respiro che è anche il primo degli otto minuti di recupero. Adesso sono 15 i gol segnati nell’ultimo quarto d’ora in questo torneo (21 comprese le coppe).

A chi se l’aspettava stanca per il giovedì di coppa, ecco la risposta sul campo. Equilibrio per un tempo e assalto nella ripresa. Corsa, coraggio e passione. In partita sa comportarsi da squadra. E merita quanto raccoglie pure in questa trasferta. Occasioni fallite da Abraham, Zaniolo e Mancini, interventi mirati di Mourinho che fa le sostituzioni su misura per il suo 3-4-1-2 e per stordire l’avversario. Decisivo l’ingresso a centrocampo di Mkhitaryan, spigliato e brillante rispetto a Cristante.

Fondamentale il ripescaggio in corsa di El Shaarawy che piazza il destro del pari dopo il cross rasoterra di Pellegrini, il velo di Felix e l’assist di suola di Abraham. La differenza la fa insomma Josè. Spalletti invece sbanda sul traguardo. Prova a blindare la vittoria passando alla difesa a tre con l’ex Juan Jesus.

Così Lucio ha trasmesso paura alla squadra che nel finale non è più stata capace di uscire dall’area. La gente del Maradona, prima di disapprovare la prestazione, ha provato a trasmettere energia e fiducia ai giocatori. «Dai ragazzi non mollate». Niente da fare. Non sono riusciti a resistere, sballottati dall’onda giallorossa. Il rischio del ko in ogni azione, palla a terra e gioco aereo. Punto addirittura guadagnato per i partenopei che adesso sono a -4 dal Milan capolista e che, se l’Inter dovesse vincere contro il Bologna, potrebbero ritrovarsi a -5 dalla vetta.

Fino all’intervallo la differenza è stata solo nella spinta, più pestone, di Ibanez a Lozano. Di Bello, indeciso e distratto, ci mette un paio di minuti per fischiare il rigore che non vede. Lo concede solo per essere stato richiamato al video dal Var Di Paolo. Insigne trasforma e il Napoli va in vantaggio. Il pari ci starebbe, perché pure la Roma ha la sua grande chance: punizione di Pellegrini sporcata di testa da Osimhen e traversa. Un’occasione a testa, sempre su palla inattiva. Almeno per un tempo c’è equilibrio.

Spalletti si tiene stretta la superiorità nel possesso palla con Lobotka play basso del 4-3-3, Anguissa e Fabian Ruiz; Mourinho replica con il contropiede, chiedendo il lancione per Zaniolo che sfida nell’uno contro uno il gigante Koulibaly, il migliore del Napoli. Cristante soffre Anguissa e non giocherà la ripresa, spazio a Mkhitaryan che si accenderà subito in mediana, di qualità il duello tra Lobotka e Pellegrini e lucido quello tra Fabian Ruiz e Oliveira. Il lato destro giallorosso non tiene.

Ibanez fatica su ogni incursione di Lozano, con Zalewski che non lo aiuta. Il ragazzino si riscatta quando deve scendere e scherza spesso con Zanoli che barcolla già nella prima parte e resterà a guardare nell’azione del gol del pari. Non è festa per i centravanti. Smalling oscura Osimhen. Rrahmani limita Abraham che combatte più del collega, poi sostituito prima del recupero.

Mourinho usa i cambi per allungare la sua serie positiva: inizia con Mkhitaryan, poi Veretout ed El Shaarawy e per concludere Perez e Felix. Intuizioni felici a differenza di quelle di Spalletti: Zielinski, Demme, Elmas, Mertens e appunto Jesus. Gli andata anche bene, risparmiato dai giocatori della Roma, imperfetti in alcune scelte nell’area di Meret.



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