AS ROMA NEWS CONFERENCE LEAGUE BODO/GLIMT – È tempo di rivincita, anche per dimostrare a tutti che, a volte, il passato passa davvero. D’altronde, quelle che hanno avuto addosso l’ombra del Bodo Glimt, furono due settimane che non cambiarono la Roma, ma di sicuro ebbero lo svantaggio (per molti il merito) di far capire che la stagione non sarebbe potuta essere una marcia trionfale senza i necessari correttivi, scrive La Gazzetta dello Sport.
Dal 21 ottobre al 4 novembre dello scorso anno – la forbice temporale in cui la squadra norvegese si prese la scena – i giallorossi di José Mourinho barcollarono, e questo sarà fisso nella memoria di tutti quando, il 7 e il 14 aprile, il destino concederà alla Roma una rivincita che avrà il sapore della semifinale, da giocare con la vincente fra Leicester e Psv Eindhoven.
Ma lo Special One ha capito che è meglio non correre, tant’è vero che ad Arnhem – dopo la vittoria esterna col Vitesse – ha messo il Bodo nella lista «dei favoriti alla vittoria» della Conference League. Parliamo di una squadra che al momento è al 114° posto nel ranking Uefa. e ha un valore complessivo della rosa inferiore ai 20 milioni.
Ma proprio quel 21 ottobre, sul sintetico di Bodo, la Roma a sue spese imparò che i numeri sono un’astrazione, visto che i giallorossi persero per 6-1, costringendo l’allenatore portoghese alla più umiliante sconfitta della sua carriera. L’esito fu dirompente, tant’è vero che della formazione titolare scesa in campo quel giorno, possono ancora vantare quel ruolo solo tre giocatori: il portiere Rui Patricio e (a turno) i difensori Kumbulla e Ibanez.
Tutti gli altri svaniti fra panchina, tribuna e mercato in uscita, per molti di loro dopo un periodo da virtuali epurati. Eccoli: Reynolds, Calafiori, Diawara, Darboe, Perez, Villar, El Shaarawy e Mayoral. Postilla: i titolari che entrarono nella ripresa fecero anche peggio, visto che il primo tempo si era chiuso “solo” 2-1. Insomma, con Mou che si lamentava ufficialmente della rosa, la crisi era aperta, e passò anche dal pareggio interno col Napoli, la vittoria faticosa in trasferta col Cagliari (con polemiche rossoblù) e la sconfitta all’Olimpico col Milan.
Nonostante questo, la partita di ritorno col Bodo in casa doveva essere la certificazione di come il ko dell’andata fosse stato solo un incidente di percorso. Invece il 4 novembre la sfida ai norvegesi finì 2-2, col recupero giallorosso solo nel finale, tra rigori non dati e fuorigioco sospetti. Insomma, se nell’ultima il Bodo non avesse fatto “harakiri” pareggiando 1-1 contro i modesti ucraini dello Zorya, avrebbero vinto il girone al posto della Roma, che li ha preceduti di un punto.
A medicare i giallorossi ci ha pensato il tempo, un pizzico di buona sorte, ma soprattutto il cambio di sistema di gioco (la scelta della difesa a tre) e il mercato di gennaio, con l’arrivo di Oliveira e Maitland-Niles (peraltro assai modesto). Anche il Bodo ha cambiato pelle, così la sensazione è che le sfide di aprile saranno diverse, con l’inerzia più spostata verso la squadra favorita. Non è un caso che la Roma, nonostante tutto, sia data dai bookmaker in corsa per la vittoria della Conference. Le lezioni severe, infatti, a volte fanno crescere.
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