L’infortunio di Florenzi priva la Roma non soltanto del valore effettivo del calciatore ma dell’elemento che a gennaio avrebbe dovuto sostituire Salah. Alessandro alto, Peres basso: era questa la decisione presa di concerto con Spalletti per ovviare alla mancanza dell’egiziano che, dopo Roma-Chievo (22 dicembre) e qualche giorno di vacanza, si aggregherà alla sua nazionale per disputare la coppa d’Africa. Il torneo dell’Egitto scatta il 17 gennaio contro il Mali: poi in rapida successione le avversarie saranno Uganda e Ghana. La fase a gironi corrisponde al periodo nel quale la Roma in campionato affronterà Genoa e Udinese in trasferta e il Cagliari all’Olimpico. Se i pronostici verranno rispettati e l’Egitto si qualificherà ai quarti della manifestazione, Spalletti non avrà Salah neppure contro la Sampdoria mentre – festeggiamenti permettendo – né la finale per il primo posto (5 febbraio) tantomeno quella per il terzo (4 febbraio) dovrebbero impedirgli di figurare nella lista dei convocati per la trasferta di Crotone (12 febbraio) ma gli faranno saltare comunque Roma-Fiorentina. A conti fatti, Salah non ci sarà per un minimo di tre partite di campionato fino a un massimo di cinque, oltre a mancare negli ottavi e negli eventuali quarti di Coppa Italia.

DOPPIA MOSSA La Roma, per ovviare alla sua assenza, può adottare due strategie: ricorrere al mercato (i nomi più gettonati sono Gomez e El Ghazi, oppure prendere un vice-Dzeko che possa giocare all’occorrenza anche sull’esterno) o provare ancora una volta a fidarsi del genio calcistico di Spalletti. La prima ipotesi è la più scontata ma la più difficile da praticare sia perché il budget di gennaio andrà creato con qualche cessione minore (e normalmente chi deve comprare degli ‘esuberi’ dai club più blasonati aspetta gli ultimi giorni per muoversi), sia perché se si decide di sostituire l’egiziano, bisogna farlo subito, appena apre la sessione. Per intenderci: se l’obiettivo è esclusivamente garantire a Spalletti un sostituto dell’ex viola (e non rinforzare ulteriormente la rosa), avrebbe poco senso agire come fatto negli ultimi due anni quando Ibarbo e Perotti sono arrivati l’ultimo giorno disponibile. L’altra possibilità chiama in causa Lucio e la rosa attuale. Senza Salah (e Florenzi), la Roma si ritrova per il tridente del 4-2-3-1 con El Shaarawy, Nainggolan e Perotti. A dicembre rientrerà però Mario Rui (che ieri si è allenato con la Primavera, il 26 test con i ragazzi di Alberto De Rossi), e se Juan Jesus continuerà ad essere la variante più difensiva a sinistra, Emerson potrebbe giocare più avanzato e trasformarsi così in un vice di Perotti o El Shaarawy. Se è vero che l’ex Santos è il classico terzino brasiliano da 3-5-2, immaginarlo alto nel 4-2-3-1 non è un’eresia. Lo ha già fatto nel Santos e in qualche apparizione con il Palermo. C’è poi la carta-Gerson. Anche se parlarne ora sembra anacronistico, visto l’impiego che ne ha fatto sinora Spalletti (e l’ipotesi del prestito resta quindi la più gettonata), in pochi sanno (ma Lucio è sicuramente tra questi) che nell’Under 20 brasiliana e nel Fluminense spesso ha giocato alto a destra nel tridente dietro l’unica punta, proprio nel ruolo che ora è di Salah. Chiaramente Gerson ha un altro passo e altre caratteristiche ma da quella posizione, essendo un mancino puro, accentrandosi avrebbe la doppia soluzione dell’assist e del tiro. Rimane poi Iturbe. Nei primissimi piani di Sabatini, doveva essere lui il vice-Salah. L’involuzione nella quale è caduto rende attualmente l’ipotesi impraticabile. A meno che nei prossimi 40 giorni l’argentino non torni ad essere un calciatore. Ora o mai più.

(Il Messaggero – S. Carina)



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