Josè Mourinho

AS ROMA NEWS CHAMPIONS MOURINHO – L’ultima volta che Roma e Lazio si presero sottobraccio per entrare insieme al gran ballo della Champions League, era azzurro il cielo sopra Berlino e i campioni del Mondo avevano i tacchetti ben piantati in Serie A. Si trattava dell’Anno di Grazia 2006, e gli italiani si tolsero anche lo sfizio di vincere il Pallone d’Oro grazie a capitan Fabio Cannavaro, scrive La Gazzetta dello Sport.

La storia calcistica che è rotolata negli anni successivi, purtroppo, ha ridimensionato i sogni ma non i bisogni, anche se l’epopea giallorossa in questo periodo ha onestamente flirtato spesso con la maggiore competizione europea per club, approdandovi per nove volte da quel magico anno, anche se una volta la sua corsa si è fermata nel preliminare. E, senza tornare alla finale del 1984, che non sia stata una partecipazione da meteora lo dimostra uno studio, attualizzato in euro, che racconta come, dalla stagione 1992-93 il club giallorosso abbia incassato dalle partecipazioni alla Champions circa 450 milioni.

Una cifra non certo banale, anche perché depurata dai diritti tv, botteghino e tanto altro, che la farebbero probabilmente quasi raddoppiare. Ma è la passione che ha fatto battere il cuore dei tifosi, e così la notte indimenticabile per eccellenza resta quella del 10 aprile 2018, quando la Roma, battendo in casa 3-0 il Barcellona di Messi, approdò in semifinale di Champions, ribaltando la sconfitta dell’andata (4-1) grazie a una prestazione straordinaria, che portò persino l’allora presidente Pallotta a tuffarsi, nella notte, in una fontana di Piazza del Popolo per condividere la gioia dei sostenitori impazziti di felicità. Solo la semifinale contro il Liverpool, causa arbitraggio nel ritorno tolse il sorriso.

Adesso, dopo quattro anni, tocca a José Mourinho provare a riportare la Roma in Champions. Certo, la penalizzazione della Juventus e l’harakiri del Milan sta spianando la strada ai giallorossi, ma i giochi non sono ancora fatti, visto che la rosa numericamente ha perso un pezzo importante come Zaniolo in un reparto che, al momento, non sembra brillare. Diciamolo: lo Special One non fa nulla per nascondere il suo spirito malmostoso.

E mentre la proprietà, come ha certificato il general manager Tiago Pinto, è convinta di avergli messo a disposizione una squadra che può entrare fra le prime quattro, l’allenatore portoghese ritiene «un miracolo» il bottino di punti che ha il suo gruppo. E se la difesa brilla sia nei marcatori (Smalling e Ibanez su tutti) e nel rendimento (32 partite senza gol al passivo nella gestione Mou), proprio in attacco, infatti, ultimamente si stanno accumulando perplessità. Dietro allo straordinario Dybala e al finalmente ritrovato Abraham, c’è un Belotti che è l’ombra del centravanti che è stato nel Torino, un El Shaarawy utilissimo ma spesso utilizzato a terzino, un Volpato, talentuoso ma ancora tenero, e un Solbakken per ora oggetto misterioso. Insomma, la volata sarà lunga.

Mai come questa volta, poi, il futuro di Mourinho può essere legato alla qualificazione alla coppa regina. Se il tecnico vuole investimenti di sostanza, pur alla luce di un bilancio in difficoltà, solo la Champions può garantirli. Non è un caso, infatti, che dall’Inghilterra lievitino le voci che vogliono lo Special One attratto da un ritorno in Premier League, e in principal modo al Chelsea, dove comincerebbe una terza avventura sedendo su una panchina grazie a cui ha scritto la storia del club londinese. Morale: per la Roma la Champions può essere decisiva per trattenere Mou. Altrimenti un grande amore, e tanti soldi, potrebbero sfiorire insieme.



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