Rassegna stampa
Roma, caos centravanti. Ora bisogna far convivere i rivali Dzeko e Fonseca
CALCIOMERCATO ROMA DZEKO – Il caos alla Roma è totale. Oggi il Giudice Sportivo non omologherà lo 0-0 di Verona ma darà alla Roma la partita persa 0-3 a tavolino per aver schierato Diawara, che non era inserito nella lista dei 25 giocatori «over». E ieri la Juventus ha scelto Alvaro Morata come spalla di Cristiano Ronaldo, chiudendo così la porta a Edin Dzeko, che era la prima scelta di Pirlo ma ha «pagato» i continui intoppi nella trattativa con il Napoli per arrivare a Arek Milik.
A questo punto, a meno di altre clamorose sorprese, tipo un ritorno di fiamma dell’Inter, Dzeko resterà a Roma per onorare il suo ricco contratto da 7 milioni netti più bonus che lo lega fino a giugno 2022. Ma come resterà? Il rapporto tra il centravanti bosniaco e Paulo Fonseca è ai minimi storici. Il primo strappo era avvenuto dopo la sconfitta in Europa League contro il Siviglia (il 6 agosto scorso), quando Dzeko si lamentò per 90’ in campo e ribadì nelle dichiarazioni post-partita la sua insoddisfazione per come l’allenatore aveva preparato tatticamente la partita («Ci hanno mangiato in tutto: velocità, tecnica e preparazione della gara»). Fonseca non gradì e disse al calciatore che certe critiche andavano fatte faccia a faccia e nello spogliatoio.
Sabato sera, a Verona, la seconda puntata: Dzeko resta in panchina per 90’ anche se la squadra non sblocca la partita; Fonseca dice di averlo «preservato» dopo una settimana di tormenti legati al calciomercato; partono voci sul rifiuto del bosniaco di partecipare alla riunione tecnica prepartita. Un caso che trascina con sé troppe domande. La prima: se Dzeko era confuso perché portarlo in panchina? Se non lo era perché non farlo entrare? Se davvero non ha partecipato alla riunione tecnica perché non è stato mandato in tribuna come avvenne con De Rossi sotto la gestione di Luis Enrique?
In ogni caso, Fonseca ne esce pesantemente ammaccato. Lo stesso Fonseca con il quale Dzeko dovrà convivere in futuro. Ma qui si apre un altro inquietante scenario: quanto è solida la panchina dell’allenatore portoghese, che ha contratto in scadenza nel prossimo giugno? Al di là dei rumours su Allegri, nati peraltro da una frase del tecnico intercettata durante la sua partecipazione a «Ballando sotto le stelle», la posizione del tecnico è in bilico per la mancanza di un’idea chiara di gioco e di risultati. Solo a lui la stagione scorsa, con 10 sconfitte in campionato, il quinto posto e le nette eliminazioni in Coppa Italia e Europa League è sembrata «positiva».
La Roma era partita come squadra d’assalto (l’esordio di Fonseca nel campionato scorso fu un 3-3 casalingo contro il Genoa), con la difesa rigorosamente a 4 e tre trequartisti dietro alla punta centrale. Poi l’allenatore si è via via «italianizzato», fino ad arrivare alla difesa a 3. A Verona, peraltro, schierata con Cristante fuori ruolo. Una confusione che dura da quattordici mesi e che è passata anche nella mente dei giocatori, che assistono pure a scelte sui generis come l’ingresso in campo al 44’ della ripresa di Villar a Verona, proprio al posto di Diawara. Una sostituzione che, di solito, si fa per perdere tempo quando si sta vincendo la partita.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA