Se la priorità è il difensore (passi in avanti per Vermaelen, ora in pole, non convocato per l’amichevole con il Leicester: la conferma arriva dal fatto che le piste di Nacho e Kolasinac sono state messe per qualche ora in stand-by), il salto di qualità arriverà dal centrocampista. È questo il ruolo dove la Roma ha deciso d’investire in questa sessione di mercato. E tutte le strade, seppur tortuose e difficoltose per rapporti, costi e carta d’identità, portano a Borja Valero. È lui il preferito di Spalletti, l’erede di Pizarro. E Sabatini, nonostante per indole preferirebbe calciatori dall’anagrafe più giovane (per intenderci, Tielemans e Badelj) proverà ad accontentarlo.

PONCE CHIAMA – La novità è che con l’agente del calciatore al netto delle smentite già arrivate («Con la Roma non c’è nulla», 18 luglio) e che non sarebbe una sorpresa registrare nuovamente nelle prossime ore più di un pour parler c’è già stato. Il pretesto è stato il trasferimento che porterà Ponce in prestito al Granada. L’argentino infatti era destinato al Gijon per replicare l’operazione-Sanabria che ha fruttato dopo una stagione alle casse della Roma 7,5 milioni più il 50% sulla cessione futura del calciatore. Il presidente del Gijon lo scorso mese era stato addirittura a Trigoria per essere certo che il trasferimento andasse in porto. Tutto fatto, quindi. Ma Ponce da Roma non si è mosso. Prima per un problema legato al papà che ha iniziato ad alzare la posta, indispettendo non poco le parti in causa. Risolto il problema, è arrivato il colpo di scena: Ponce non va più al Gijon ma al Granada. E chi si è occupato dell’intermediazione? Alejandro Camano, l’agente di Borja Valero. Una situazione che suona alquanto singolare per due motivi: 1) Camano è una new entry a Trigoria 2) Quando Sabatini si deve muovere in Spagna ha due procuratori di assoluta fiducia, autori sia entrata che in uscita di tutte le operazioni del quinquennio giallorosso. Ponce escluso.

LA CONDITIO – Per una volta non servirebbe scomodare nemmeno la nota scrittrice Agatha Christie che amava ricordare come «un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza ma tre indizi fanno una prova». Nel caso di Borja Valero gli indizi si sprecano, mischiati a contatti diretti con retromarce clamorose del suo agente a livello di dichiarazioni. Camano infatti dopo aver trascorso l’estate a rassicurare la platea viola sulla permanenza del suo assistito («Resta a Firenze al 100%, vuole concludere la carriera alla Fiorentina») ha cambiato la scorsa settimana radicalmente versione: «Non so se Borja resterà il prossimo anno». Parole arrivate qualche giorno dopo l’incontro avuto con Corvino martedì 19 luglio. Tutti tasselli di un puzzle che portano ad un avvicinamento a Borja Valero. Poi va certamente ribadita la complessità dell’operazione per l’importanza che il calciatore gode nella tifoseria (ma Higuain insegna), per i non idilliaci rapporti tra Roma e Fiorentina (e tra Sabatini e Corvino) oltre all’idiosincrasia del ds giallorosso (Dzeko è stata un’eccezione) di spendere somme sopra i 10 milioni per calciatori trentenni. Senza contare l’esito del preliminare, reale ago della bilancia della questione. Solamente qualificandosi in Champions, la Roma si muoverebbe in modo ufficiale sapendo di poter superare le resistenze della Fiorentina. Di fronte ad un’offerta sopra i 10 milioni per un calciatore di 31 anni (acquistato a 7 nel 2012) che guadagna 1,5 milioni (uno degli stipendi top nella Viola) anche l’austero Corvino difficilmente riuscirebbe a trattenere un sorriso. Quello che farà oggi Spalletti nel sapere che Szczesny arriverà a Trigoria. Fazio intanto firma: 1,2 milioni di prestito al Tottenham più riscatto fissato a 3,2. Casasola e Machin invece vanno in prestito al Trapani.

(Il Messaggero – S. Carina)



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